agrario
agràrio agg. e s. m. [dal lat. agrarius agg., der. di ager agri «campo»]. – 1. agg. Che riguarda la coltivazione dei campi (talora usato anche come sinon. di agricolo): scuola a., istituto a., scuola, istituto di agraria; perito a., titolo professionale rilasciato a chi ha ottenuto l’abilitazione in un istituto tecnico a.; scienze a.; terreno a., terreno che le alterazioni naturali provocate da agenti fisici, chimici e biologici, e il lavoro dell’uomo, hanno reso adatto alla coltivazione; piante a., piante coltivate per ottenerne prodotti utili all’uomo; botanica a. (o agricola), lo studio delle piante agrarie, cioè di quelle che sono coltivate per uso alimentare, foraggio, condimento e simili; chimica a., lo studio della natura chimica del terreno e delle sue relazioni con la vita e con lo sviluppo delle piante che su di esso crescono; leggi a., le leggi che regolavano, in Roma antica, l’uso e il possesso del territorio pubblico, spesso con l’intento di risolvere la crisi sociale originata dal concentramento dell’agro pubblico nelle mani di pochi; riforma a., denominazione generica dell’insieme di proposte di ordine politico ed economico avanzate, a partire dall’Ottocento, per favorire l’emancipazione delle campagne e, più in generale, la crescita politica ed economica di un paese, attraverso il frazionamento dei latifondi, un nuovo dimensionamento della proprietà contadina, la creazione di una fascia di piccoli agricoltori; diritto a., ramo o aspetto del diritto che comprende tutta la disciplina giuridica relativa all’esercizio dell’agricoltura; contratti a., patti a., complesso di norme che regolano i rapporti tra il proprietario del terreno agricolo e chi lo coltiva; reddito a., il reddito che l’agricoltore, sia proprietario, sia affittuario, mezzadro o colono, ricava dalla terra. 2. s. m. Proprietario di vasti fondi terrieri; persona che si occupa di agricoltura.