ZURITA y CASTRO, Jerónimo
Erudito, nato a Saragozza nel 1512, morto nel 1580. Gentiluomo di camera (1530) di Carlo V, poi segretario dell'Inquisizione madrilena, fu, infine, il primo storiografo nazionale designato (1548) dalle Cortes aragonesi. Percorse allora l'Aragona, l'Italia e la Sicilia, esplorandone archivî pubblici e privati. Filippo II, con un particolare mandato (1550), facilitò le sue ricerche, e lo incaricò poi di raccogliere gl'incartamenti segreti di stato: donde il nucleo di quello che fu l'archivio di Simancas. Nominato (1567), finalmente, segretario di gabinetto, fu, per talune questioni, l'intermediario (1569) fra la corte e il tribunale dell'Inquisizione spagnola.
Lo Z. dedicò prevalentemente la sua più che trentennale attività di studioso alla compilazione degli Anales de la Corona de Aragón (dalle invasioni dei Mori alla morte di Ferdinando il Cattolico), pubblicati, con differenti titoli, a Saragozza nel 1562, 1579 e 1585; e ristampati più volte dal 1610 in poi. Egli fu il primo ad applicare la concezione umanistica alla storia aragonese; e anzi segnò sulla storiografia italiana del sec. XV, cui va ricondotto, un sensibile progresso, in quanto trasportò la critica delle fonti anche ai periodi più antichi e già letterariamente trattati, e condusse il suo racconto direttamente sui documenti. Il che, d'altro canto, è origine del difetto degli Annali, i quali, segnatamente per la parte più antica, costituiscono piuttosto una raccolta di regesti che non una composizione storica; e solo negli ultimi volumi rivelano esposizione generalmente larga e indipendenza di giudizio.
Bibl.: D. J. Dormer, Progresos de la historia en el reyno de Aragón y elogios de Gerónimo Zurita, su primer cronista, Saragozza 1680; Conde de la Viñaza, Los cronsitas de Aragón, 1904; e particolarmente E. Fueter, Histoire de l'historiagraphie moderne, ed. franc., Parigi 1914, pp. 290-92. Per le opere, A. Palau y Dullet, Manual del librero hispano-americano, VII, Barcellona 1927, pp. 263-64; cfr., altresì Biblioteca de autores españoles, LXVI, pp. 395, 598.