Zio Paperone
L’avaro più ricco del mondo
È davvero illimitata la fortuna di Uncle $crooge, nome americano del nostro Zio Paperone. Non solo questo eroe dei fumetti è l’essere più ricco del mondo, ma possiede un nipote, Paperino, che nella sua infinita indolenza e iracondia gli ha regalato una gloriosa carriera accogliendolo da comprimario nelle sue già celebri storie
In Internet, com’ è noto, si trovano gli articoli e le informazioni più bizzarre. Un ‘navigatore’ si è preso la briga di calcolare la ricchezza di Paperon de’ Paperoni, che, come questi ha più volte affermato, ammonta a «three cubic acres of cash», ovvero «tre acri cubici di contanti». Fatte le debite conversioni tra le unità di misura, il volume del denaro dovrebbe corrispondere a 772.321.178.000 cm3. Una moneta da mezzo dollaro occupa circa 1,4 cm3, quindi quel volume è formato da 551.657.984.285 spiccioli, pari a circa 275 miliardi di dollari; togliamo 75 miliardi per compensare gli spazi vuoti tra le pile di monete, e ne restano 200. Nel 2000 la fortuna personale dell’uomo più ricco del mondo, il Sultano del Brunei, ammontava a 38 miliardi di dollari e quella del re dei computer Bill Gates a quasi 37: come si vede Zio Paperone supera tutti abbondantemente. Quando egli afferma di battere chiunque altro in fatto di ricchezza, non si tratta di una semplice millanteria.
Zio Paperone – nell’originale Uncle $crooge, con il simbolo del dollaro al posto della S – è uno dei molti rappresentanti della vasta famiglia di Topolino.
Oltre a essere enormemente ricco, è terribilmente avaro, anche se a volte dimostra slanci di generosità che cerca di tenere ben nascosti, temendo che qualcuno ne approfitti. L’appellativo ‘Zio’ deriva dal fatto che è fratello della madre di Donald Duck, più noto in Italia come Paperino, un nipote che considera degenere in quanto poco portato verso il risparmio e, soprattutto, verso il lavoro. Paperino aveva esordito nel lontano 1934 in un disegno animato di Walt Disney intitolato La gallinella saggia e, non a caso, faceva parte del ‘circolo dei pigri’ di una piccola località rurale presso uno stagno. Paperino era un personaggio di contorno, probabilmente destinato a sparire, ma qualcuno si rese conto che quel papero indolente e iracondo, che si esprimeva con la voce inconfondibile del doppiatore Clarence Nash, possedeva un enorme potenziale comico. Così Donald ritornò in altri cartoni accanto a Topolino, poi divenne la stella di una serie personale nel 1937: fu dotato di tre terribili nipotini e di una fidanzata e, come già era accaduto a Topolino, diventò protagonista dal 1938 di una serie a fumetti pubblicata nei quotidiani.
Nel 1942 la casa editrice Western Publishing decise, in accordo con Walt Disney, di pubblicare un albo con racconti inediti e di ampio respiro, che vennero affidati a Carl Barks, un animatore che aveva collaborato ad alcuni cartoons di Topolino. Paperino conobbe una nuova vita: «l’uomo dei paperi», come poi Barks venne soprannominato, mise a punto il carattere del personaggio, e da pasticcione irascibile e un po’ sciocco lo trasformò nel simbolo dell’uomo qualunque, afflitto da una serie di problemi da cui usciva sempre fuori, bene o male. Nel 1949, tra i molti comprimari inventati da Barks, fece la sua apparizione Uncle $crooge, presentato nella storia Un Natale su Monte Orso. Il suo successo fu travolgente e attorno a lui si sviluppò un altro spicchio del variegato mondo disneyano: nacque la terribile Banda Bassotti, che da sempre tenta invano di impadronirsi del suo denaro; nacquero Cuordipietra Famedoro e Rockerduck, che sperano di poter superare Paperone in ricchezza, dando così luogo a combattimenti senza esclusione di colpi; nacque Amelia, fattucchiera napoletana, ben decisa a impadronirsi della moneta portafortuna (la prima guadagnata da Zio Paperone) e fonderla nel Vesuvio per ricavarne un potente talismano. In tempi recenti l’autore disneyano Don Rosa ha collegato tutti i rappresentanti della famiglia dei Paperi a un preciso albero genealogico, tracciandone filologicamente la storia fin dal passato più remoto. Si è però dimenticato di citare un quasi omonimo antenato italiano di Uncle $crooge, esistito veramente nel 13° secolo: Paparonus de Paparonis, vescovo dell’Arcidiocesi di Spoleto tra il 1285 e il 1290.