zeba
Vale " capra ", ed è ancor oggi vivente in alcuni luoghi della Toscana (cfr. il Lana: " sono i capretti saltanti e sono dette zebe, perché vanno zebellando cioè saltando "): If XXXII 15 Oh sovra tutte mal creata plébe / che stai nel loco onde parlare è duro, / mei foste state qui pecore o zebe!
L'apostrofe è rivolta ai dannati puniti nella ghiaccia di Cocito, per i quali sarebbe stato meglio nascere animali piuttosto che avvilire la nobiltà dell'anima umana nell'odio e nel tradimento. È questo il primo dei richiami al mondo degli animali (rana, v. 31; cicogna, v. 36; becchi, v. 50; ecc.) che sottolineano con viva intensità la degradazione morale di questi peccatori.