xerografia Procedimento di duplicazione fotoelettrico, basato sulle proprietà fotoconduttrici del selenio, inventato nel 1940 dall’americano C.F. Carlson. Il procedimento fu applicato per la prima volta su scala industriale dalla Haloid Company (poi Xerox Corporation). Una macchina per x. è costituita principalmente da un tamburo di alluminio ricoperto di selenio amorfo; questo, rotando senza essere esposto alla luce e quindi in condizioni nelle quali il selenio è elettricamente isolante, riceve una carica elettrica positiva mediante elettrizzazione per effetto corona e successivamente viene esposto all’immagine fortemente brillante dell’oggetto, fornita da un opportuno dispositivo ottico; le parti della superficie del tamburo corrispondenti alle zone chiare dell’immagine perdono la carica elettrica, in quanto qui il selenio diventa conduttore, mentre quelle corrispondenti alle zone scure restano cariche; sul tamburo viene poi spruzzata una polvere (toner) formata da una resina termoplastica pigmentata che, elettrizzandosi negativamente per strofinio, aderisce, per azioni elettrostatiche, alle sole zone cariche e poi si trasferisce su un foglio di carta, elettrizzato positivamente, fatto aderire al tamburo; infine, un breve e intenso riscaldamento fa aderire definitivamente la polvere sul foglio, con la formazione su quest’ultimo di una copia fedele dello stampato originale. La x. è alla base delle tecniche di fotocopiatura attualmente in uso (➔ fotocopiatrice). Xeroradiografia Procedimento xerografico per l’ottenimento rapido di radiografie, specialmente usato per prove radiografiche nella tecnologia dei materiali.