Scrittore inglese (Wisbech, Cambridgeshire, 1756 - Londra 1836). Dopo alcuni romanzi dimenticati e alcuni saggi storici, pubblicò l'opera per cui è noto: The enquiry concerning the principles of political justice (1793). Empirista e razionalista, G. tende qui ad accentuare nella concezione della libertà l'aspetto individualistico, quale si era venuto elaborando nel corso delle lotte per la tolleranza religiosa (dopo varie esperienze, egli era passato infine al socinianesimo). Ogni vincolo della società e della tradizione era per G. un limite alla libertà dell'uomo che leggi, governi, istituti valevano solo a corrompere nella sua innata propensione al bene. La tesi di G., che svolge e sistematizza la tendenza "eretica" del liberalismo inglese del '700, esercitò notevole influsso sul radicalismo politico-filosofico del secolo successivo. In seguito, G. tornò al romanzo con Caleb Williams (1794), che illustra le sue teorie sociali, e Saint Leon (1799), che segue la voga del romanzo gotico, e tentò il teatro: The tragedy of Antonio (rappr. 1800 senza successo) e Abbas, King of Persia (1801, mai rappresentata). Un suo saggio, Avarice and profusion (1797), provocò l'Essay on population di R. Malthus, che G. accolse con riserva e poi confutò in Of population (1820). Un'impresa come editore e libraio con lo pseudonimo di E. Baldwin si risolse in fallimento ed egli dovette essere aiutato dal genero P. B. Shelley. Pregevole, anche, The history of the Commonwealth of England (1824-28).