FAULKNER (Falkner), William
Scrittore americano, nato a New Albany, Miss., il 25 settembre 1897. Partecipò alla prima Guerra mondiale nell'aviazione inglese (1918); studiò (1919-21) nell'università del Mississippi. Fu impiegato postale (1922-24) ed esercitò per vivere varî mestieri. Intanto, scriveva romanzi e articoli descrittivi per quotidiani.
Ma i primi romanzi: Soldier's Pay, 1926; Mosquitoes, 1927; Sartoris 1929 (trad. ital., Roma 1947); The Sound and the Fury, 1929 (trad. ital., L'urlo e il furore, Milano 1947); non ottennero successo di vendita e una prima stesura di Sanctuary non trovò editore. Lavorando come spalatore di carbone in un'officina, il F. scrisse e pubblicò As I lay dying, 1930. La nuova versione di Sanctuary, 1931 (trad. ital., Santuario, Roma 1945), mutò le sorti dello scrittore, che da allora ebbe largo pubblico e ottenne molta risonanza anche in Europa. Seguirono due raccolte di novelle: These 13 e Idyll in the desert ambedue nel 1931 e una terza raccolta, Miss Zilphia Gant nel 1932, quando apparve anche il romanzo Light in August, 1932 (trad. ital., Luce d'agosto, Milano 1939). Le opere successive furono: Doctor Martino and oiher Stories, 1934; Pylon, 1935 (trad. ital., Oggi si vola, Milano 1937); Absalom, Absalom!, 1936; Unvanquished, 1938; Wild Palms, 1939; The Hamlet, 1940 (trad. ital., Il borgo, Milano 1942); Go down Moses and other stories, 1942. Sono infine da menzionare due raccolte di versi: The Marble Faun, 1924, e Green Bough, 1933.
Il neonaturalismo del F. si serve d'una tecnica estremamente composita che va da pagine naturalistiche alla Conrad, al monologo interiore di Joyce; dal sovvertimento dell'ordine cronologico nel racconto, alla predilezione per tipi tarati come in S. Anderson. Le molte influenze e le dirette imitazioni riconoscibili contribuiscono, con la tecnica complicata, a rendere macchinosi i suoi romanzi. La realtà della vita nelle regioni meridionali degli Stati Uniti vi è colorata e deformata da un temperamento in cui la stessa insistenza su toni crudeli e macabri dimostra una coscienza profondamente turbata dalla vita che si scorge intorno.
Bibl.: A. Kazin, On native ground, New York 1942, pp. 453-70; P. Brodin, Les écrivains américains de l'entre-deux-guerres, Parigi 1946, pp. 145-70; M. E. Coindreau, Aperçu de la litérature américaine, ivi 1946, pp. 109-146; E. Cecchi, Scrittori inglesi e americani, Milano 1947, pp. 408-19.