DUNBAR, William
Poeta scozzese al quale nel 1500 fu decretato un assegno annuo come poeta di corte. Per ulteriori informazioni sulla sua vita (circa 1450-circa 1520), l'unica fonte che abbiamo sono i suoi scritti, che lasciano però incerti molti particolari. Sembra che, nato in East Lothian e diplomato nell'università di St. Andrews, abbia fatto parte dell'ordine dei frati francescani, che avrebbe abbandonato per andare alla corte di Giacomo IV, al cui servizio probabilmente viaggiò. Le trattative del matrimonio di Giacomo con Margherita Tudor furono oggetto della sua poesia In Honour of City of the London, e il matrimonio stesso (1503) ispirò il suo primo poema The Thrissill and the Rois, celebrante l'unione del cardo scozzese con la rosa inglese. Nel 1508 furono pubblicati The Golden Targe, The Flyting e The Lament for the Makaris. The Targe è una difesa della ragione, dietro alla quale il poeta invano cerca di schermirsi dagli assalti d'amore; The Flyting (o gara d'invettive) nel genere delle famose contese medicee tra Luigi Pulci e Matteo Franco, era una contesa fra D. e il suo contemporaneo Kennedy, ed ebbe molti imitatori; il bel Lament of the Makaris, scritto durante una malattia, deplora lo scomparire dei poeti, e ci ricorda la Ballade du temps de jadis del Villon, probabilmente nota al D. Dal poema The Queen's Progress to Aberdeen sembra che abbia fatto parte del seguito della regina quando si recò a visitare Aberdeen nel 1511; e da poesie quali The Petition of the Gray Horse sappiamo che sollecitava continuamente il re per ricevere ulteriori promozioni. La sua morte deve essere avvenuta prima del 1530, perché il poema di sir David Lindsay, scritto in quell'anno, ne fa l'elogio ponendolo fra i poeti morti.
Per due secoli D. fu dimenticato, ma nel 1724 fu pubblicata una scelta delle sue opere nella collezione Evergreen, del Ramsay, dove il Burns li lesse per la prima volta. D. fu di gran lunga il maggior poeta scozzese del sec. XV, eccellendo fra tutti per il virtuosismo, per la novità delle forme dei suoi versi, per la ricchezza del suo pittoresco vocabolario. Come il suo maestro Chaucer, egli dipinge la vita e i costumi del suo tempo, e il suo poema The married Woman and the Widow, scritto nel vecchio stile del verso allitterativo, ricorda lo spirito della Wife of Bath di Chaucer, quantunque si distingua per l'umore violento caratteristico di tutta l'opera satirica di D. Sennonché l'espressione di Scottish Chaucerian, applicata a lui come ad altri poeti del suo tempo, è una definizione di gran lunga troppo ristretta per un talento versatile ed essenzialmente indipendente come il suo. Nel poema Meditation in Winter egli si rivela un sincero poeta del paesaggio; in The Passion of Christ si dimostra un forte poeta religioso, e nella Dance of the Seven Deadly Sins un maestro dell'invettiva. Il suo genio era veramente multiforme, e nella sua fecondità, nel suo vigore, nella sua audacia, nel suo humour, nel suo modo abile e variato di trattare la lingua e il metro, D. è il maggiore dei precursori di Burns.
Opere: Works (Scottish Society ed. Small), 3 voll., 1893.
Bibl.: O. Smeaton, W. D. the Poet, Londra 1898; G. Gregory Smith, The Transition Period, Edimburgo 1900.