WALHALL (o Walhalla; quest'ultima forma foggiata dai romantici; antico nordico Valholl, da Valr "gli uccisi" e holl "tempio, sala")
Nella mitologia nordica è il nome della dimora oltreterrena degli eroi morti in battaglia, e del loro padre Odino (v.).
Immaginato originariamente fra i monti della terra, fu poi dalla fantasia dei poeti trasformato in un tempio regale e allogato in una regione celeste, Gladsheimr o paese delle delizie. Tutto il mito venne finalmente adattato a quel sistema mitologico, e cioè inscritto nel quadro del grande dramma universale (v. germanici, popoli: Mitologia e religione; crepuscolo degli dei). Il Walhall, nella descrizione dell'Edda (Grimnismol, 8 segg.), rivela sia nella sua costruzione materiale sia nella vita che i morti vi conducono, il suo carattere eminentemente guerriero. L'alta sala, con 540 porte, ha infatti la travatura formata di lance, il tetto di scudi ha per sedili corazze, e di notte è illuminata dal bagliore delle spade. Quivi i morti eroi (Einherjar "duellanti ") menano, in vista della grande battaglia finale, di cui è ignoto il tempo, fra gli Asi e le oscure potenze avversarie, un'esistenza di continuo addestramento nell'esercizio delle armi per la difesa degli Asi e del loro padre Odino, di cui essi sono i figli adottivi, trascorrendo i giorni in combattimenti e banchetti, serviti dalle Valchirie (v.). Poiché nel Walhall - in base all'antica credenza, comune ad altri popoli, che i prediletti degli Dei non finissero nel comune regno dei morti, ma avessero una sede particolare in un luogo di delizie - non entrano se non gli eroi, cioè i nobili e i liberi, morti di ferite in battaglia, il Walhall costituisce una specie di paradiso aristocratico in contrapposto con la Hel (v.), che è l'oscuro regno sotterraneo destinato alle anime delle moltitudini anonime.