volo a vela
Volare come aquile
Il volo a vela viene effettuato con l’aliante, un mezzo capace di librarsi nel cielo senza utilizzare alcun motore. Gli alianti vengono portati in quota da un aeroplano, dopodiché sfruttano le correnti d’aria ascensionali, e sono progettati in modo da rallentare il più possibile l’inevitabile atterraggio al suolo
Veleggiare nell’aria a bordo di un aliante, leggerissimo aereo che non usa motore o propulsori meccanici di alcun genere: questo è il volo a vela.
Per poter iniziare il suo volo un aliante deve essere sollevato da terra da un normale aeroplano e portato ad alta quota, dove viene lasciato a librarsi nell’aria. Chiunque abbia visto volare un aliante avrà notato che sembra muoversi nell’aria con grande padronanza, con ripetuti cambiamenti di direzione e quota, proprio come fanno alcuni uccelli, quali i rapaci o le cicogne. Eppure il volo di questo mezzo dovrebbe essere semplicemente una inesorabile discesa. Infatti l’aliante, vista l’assenza di un motore, non può far altro che scendere, attratto verso il suolo dalla forza di gravità. Come è dunque possibile il suo volo?
Tutti sappiamo che un solido abbandonato nell’aria cade al suolo. Se però la sua forma è tale da opporre resistenza all’aria, il solido può cadere senza seguire la traiettoria più breve. Gli alianti, progettati sfruttando tutte le più moderne conoscenze di aerodinamica, sono concepiti perché le ali oppongano la massima resistenza alla caduta e la minima resistenza all’avanzamento. Le ali più moderne permettono un rapporto tra caduta e avanzamento fino a 60, il che significa che una perdita di quota di 100 m permette all’aliante di avanzare per 6 km.
I percorsi coperti possono essere però anche di alcune centinaia di chilometri – il record mondiale è di oltre 3.000 km volati in 15 ore sulle Ande! – e ciò non sarebbe certo possibile se l’aliante si limitasse a rallentare la caduta. Volare a vela non significa solo planare, cioè scendere, ma anche veleggiare, cioè sfruttare la forza delle correnti d’aria anche molto potenti che si trovano in quota.
Le correnti ascensionali che permettono all’aliante di riprendere quota possono essere di diversi tipi. Tra le più comuni vi sono quelle cosiddette termiche dovute al Sole che riscalda la Terra. L’aria, a contatto con il suolo, si scalda e sale, organizzandosi in colonne che hanno tipicamente diametri compresi tra i 100 e i 400 m. Muovendosi lungo traiettorie circolari, proprio come fanno gli Uccelli, il pilota si può fare trasportare dalla corrente e può guadagnare quota salendo anche fino a 3.000 m dal suolo.
Per il volo a vela si sfruttano ovviamente anche i venti, e in particolare il flusso d’aria ascensionale che si crea quando il vento spira contro una montagna o una collina. L’aria viene deviata verso l’alto dal rilievo e, a seconda della forza del vento, può spingersi ben oltre la vetta. La tecnica di volo in questo caso consiste nel farsi trasportare più in alto possibile dalla corrente, nel tornare indietro planando, per poi salire nuovamente lungo il pendio. In genere nelle zone montuose gli effetti termici e quelli del vento si sommano permettendo voli più lunghi.
I voli amatoriali durano in genere qualche ora, ma possono proseguire anche per un’intera giornata. Tuttavia, per problemi di sicurezza gli unici record omologabili sono attualmente quelli di distanza percorsa, di quota raggiunta e di velocità. Praticare il volo a vela in condizioni da record richiede una grandissima preparazione: basti pensare che il record di quota è di quasi 15.000 m, quando già oltre i 3.000 m è necessario usare la maschera di ossigeno e ci sono problemi di formazione di ghiaccio sulle ali!
Tuttavia, il volo a vela è uno sport molto sicuro, tanto che si dice che il pericolo più grande per un pilota sia il viaggio fino all’aeroporto.
Forse proprio per questo anche in Italia si può prendere il brevetto a partire dai 16 anni, ben due anni prima della patente automobilistica!