VYSOCKIJ, Vladimir Semenovič
Poeta, cantautore e attore russo, nato a Mosca il 25 gennaio 1938, morto ivi il 25 luglio 1980. Trascorsi alcuni anni con il padre vicino a Berlino, nel 1949 rientrò a Mosca, terminò le scuole e s'iscrisse all'Istituto d'ingegneria, abbandonato però dopo neanche un anno per frequentare la Scuola di arte drammatica presso il teatro MChAT. Conclusi gli studi (1960), calcò le scene del teatro A.S. Puškin e del Teatro delle miniature, esordendo inoltre nel film Sverstniky ("Coetanei"). Dotato di grande talento, dal 1964 al 1980 fu uno degli attori principali del celebre teatro Taganka, che era diretto in quegli anni da J. Ljubimov; contemporaneamente s'impose come attore cinematografico di successo, recitando in ben venticinque film. Con gli inizi degli anni Sessanta nacque la sua popolarità di cantautore.
Destinate inizialmente a un ristretto pubblico di amici, tenute sempre fuori dai canali ufficiali di trasmissione (solo alcune risuonarono sulla scena o al cinema), le canzoni di V. si diffusero per tutto il paese, cantate a memoria da un'intera generazione di giovani sovietici, copiate e ricopiate su nastri in un giro clandestino che qualcuno ha battezzato (per analogia con il samizdat) magnitizdat. In meno di vent'anni V. ne scrisse più di cinquecento, divenendo un mito per milioni di persone, nonostante l'ostracismo ufficiale legato a considerazioni di opportunità politica e ideologica, e la conseguente mancanza di riconoscimenti da parte della critica, che non ha mai voluto considerare ''letteratura'' le sue canzoni. Sposato con l'attrice francese di origine russa M. Vlady, V. compì fortunate tournées in Francia, Stati Uniti e Messico. Solo dopo la sua morte, che ha provocato una manifestazione di piazza spontanea e, per l'URSS, inaudita, le opere di V. sono uscite dal limbo della non ufficialità, con la pubblicazione (1981) di una prima ampia scelta di liriche, Nerv ("Nervo"), curata dal poeta R. Roždenstvenskij. In seguito, grazie alla mutata atmosfera politica e culturale, la pubblicazione di suoi versi e canzoni si è andata moltiplicando, più accurato si è fatto il lavoro di ricostruzione dei testi sulla base delle diverse redazioni manoscritte e di quelle registrate su nastro, e maggiore attenzione la critica ha dedicato all'aspetto letterario della sua opera. A tal riguardo, sterili appaiono le discussioni sull'opportunità o meno di considerare ''poesia'' le sue canzoni e la tendenza a far dipendere da questa considerazione il giudizio sulla sua statura di artista. Attore nato, V. non concepisce i suoi testi al di fuori del momento dell'esecuzione: grazie a una voce straordinaria, estesa su due ottave e capace di passare dai toni più dolci a quelli rauchi dell'alterco tra ubriachi, V. mette in scena dialoghi di grande movimento, riproduce in una sua trasfigurazione artistica brani di conversazione colti per strada, nelle file davanti ai negozi, nei ricoveri notturni degli ubriachi, alterna ironia e lirismo, trova le parole più adatte a dire la guerra, i lager, la vita e la malavita in una lingua ricca, lontanissima dallo standard ufficiale della letteratura, capace d'incarnare con grande capacità mimetica stati d'animo e angosce noti e comprensibili a tutti gli strati della popolazione, di cui per un decennio V. è stato uno degli interpreti più sensibili, autentici e amati.
Tra le numerose pubblicazioni che hanno accompagnato la sua ''riscoperta'' (nel 1987 gli è stato assegnato il premio di Stato), ricordiamo, oltre ai tre volumi Sobranie stichov i pesen (1988, "Raccolta di versi e canzoni"), pubblicati a New York, l'edizione curata da N. Krymova Izbrannoe (1988, "Opere scelte").
Bibl.: P. Zveteremich, Introduzione, in V.S. Vysockij, Canzoni russe di protesta, Milano 1972; W. Kasack, Lexicon der russischen Literatur ab 1917, Monaco 1986; M. Vlady, Vladimir ou le vol arrêté, Parigi 1987; N. Krymova, O poezii Vladimira Vysockogo, in Izbrannoe, Mosca 1988; AA.VV., Vladimir Vysockij. Čelovek, Poet, Akter ("Vladimir Vysockij: l'uomo, il poeta, l'attore"), ivi 1989.