FALIER, Vitale
Appartenente alla nobile famiglia che da tempo svolgeva un ruolo eminente nell'ambito del ceto politico veneziano, venne inviato nel 1154 dal doge Domenico Morosini in ambasceria presso Federico I Barbarossa.
La missione aveva un'importanza particolare. Dopo il regno di Enrico IV (m. 1106) l'autorità dell'Impero in Alta Italia aveva perduto influenza, e Venezia non si era data nemmeno più da fare presso Corrado III (1138-1152) per ottenere il rinnovo del pactum precedentemente stretto con l'Impero. Le cose cambiarono, tuttavia, nel 1152, con l'avvento di Federico I Barbarossa. La politica avviata da quest'ultimo mirava infatti alla restaurazione dei diritti imperiali in Italia e doveva necessariamente portare al conflitto con gli ambiziosi Comuni dell'Italia settentrionale, i quali si erano trasformati nei più importanti interlocutori commerciali di Venezia in terraferma. In tale situazione il doge veneziano Domenico Morosini cercò innanzi tutto un accordo col sovrano svevo, al quale inviò, sotto la guida del proprio figlio Domenico, comes di Zara, una ambasceria, che fu composta da due legati, il F. e Giovanni Bonaldo, e annoverava inoltre anche Pontia Da Ponte, Filippo Bonaldo e pure un Lanfranco, appartenente alla corte (curia) del doge. Il 22 dic. 1154 - e dunque non dopo l'incoronazione imperiale del Barbarossa, come riferisce il Dandolo, ma prima di essa - Federico rinnovò nel territorio di Novara, durante l'assedio di Galliate, ai Veneziani il pactum stretto dai suoi predecessori, gli imperatori Ottone III, Enrico V e Lotario III. Non si ebbero modificazioni rispetto al testo dei documenti precedenti: le relazioni fra Venezia e l'Impero rimasero amichevoli sino alle delibere di Roncaglia.
Le tappe fondamentali della vita del F., ambasciatore nel 1154 presso Federico I Barbarossa, non sono ricostruibili con precisione sulla base delle notizie frammentarie e non sempre univoche fornite dalla tradizione storiografica e documentaria. Non ci viene infatti riferito con certezza di chi egli fosse figlio e, d'altro canto, numerosi sono i Falier di nome Vitale ricordati come attivi nella Venezia del sec. XII dalle fonti coeve.
Così il Cicogna cita il Cappellari ("era figliuolo di Pietro"), ma richiama l'attenzione sul fatto che il genealogista Matteo Barbaro "lo fa figliuolo di Angelo procuratore fratello di Pietro". D'altro canto, sappiamo che, quando nel 1111 il doge Ordelaffo Falier inviò all'imperatore Enrico V un'ambasceria per ottenere il rinnovo del pactum con l'Impero (lo stesso scopo che aveva quella amministrata dal F. nel 1154), della legazione fecero parte un Vitale Falier "consobrimis" - cioè consanguineo - del doge, il cancelliere e cappellano di quest'ultimo, Stefano Morosini, e Orso Giustinian. Un Vitale Falier figura nel 1134 tra i "boni homines" che fecero da mediatori in una lite sorta per un terreno tra le famiglie Basilio e Gradenigo. Nel gennaio del 1152 un Vitale Falier sottoscrisse un documento emesso dal doge Domenico Morosini in favore della famiglia Basilio. Nell'agosto del 1164 ancora un Vitale Falier sottoscrisse l'atto relativo ad una donazione compiuta dal doge Vitale (II) Michiel in favore della chiesa di S. Marco. Un Vitale Falier, che fu tra gli elettori del doge Sebastiano Ziani nel 1172, ricoprì in quel medesimo anno l'importante ufficio politico di iudex e consigliere del doge e fu nel 1173 advocator Comunis. Inoltre, sempre nel 1172, fu inviato dal doge Sebastiano Ziani in ambasceria, insieme con Manasse Badoer e Vitale Dandolo, presso l'imperatore Manuele I Comneno a Costantinopoli, per condurre trattative in vista della risoluzione della difficile situazione politica venutasi a creare fra Venezia e Bisanzio in seguito agli avvenimenti del 1171. Nel 1188 un Vitale Falier ricoprì l'ufficio di iudex Comunis sotto il doge Orio Mastropiero.
Non è possibile stabilire un collegamento convincente tra tutti questi personaggi omonimi. La distanza cronologica che separa l'ambasceria veneziana del 1111 da quella del 1154 è troppo grande perché il Vitale Falier che fece parte della prima possa aver fatto parte della seconda. È tuttavia credibile che le citazioni relative a Vitale Falier occorrenti nelle fonti tra il 1152 e il 1173 si riferiscano tutte ad un solo ed identico personaggio, il F., appunto. È lecito dunque ritenere che quest'ultimo, inviato presso Federico I Barbarossa nel 1154 dal doge Domenico Morosini, abbia svolto anche sotto il doge Vitale (II) Michiel e da ultimo, negli anni 1172-1173, sotto il doge Sebastiano Ziani importanti missioni diplomatiche e ricoperto incarichi politici di rilievo.
Fonti e Bibl.: Andreae Danduli ducis Venetiarum Chronica per extensum descripta, a cura di E. Pastorello, in Rerum Ital. Script., 2 ediz., XII, 1, pp. 228, 245; M. Sanuto, Le vite dei dogi, a cura di G. Monticolo, ibid., XXII, 4, pp. 235, 248; Historia ducum Veneticorum, a cura di H. Simonsfeld, in Mon. Germ. Hist., Scriptores, XIV, Hannoverae 1883, pp. 80 s.; Constitutiones et acta publica imperatorum et regum, I, a cura di L. Weiland, ibid., Leges, IV, ibid. 1893, nn. 102 pp. 152-156, 150 p. 210; Die Urkunden Friedrichs I. 1152-1158, a cura di H. Appelt, ibid., Diplomata regum et imperatorum Germaniae, XV, 1, ibid. 1975, n. 94 p. 157; E. A. Cicogna, Delle inscrizioni veneziane, I, Venezia 1824, pp. 240, 243; K. F. Stumpf, Die Kaiserurkunden des 10., 11. und 12. Jahrhunderts chronologisch verzeichnet, Innsbruck 1865-1883, n. 4702; G. L. F. Tafel-G. M. Thomas, Urkunden zur älteren Handels- und Staatsgeschichte der Republik Venedig mit besonderer Beziehung auf Byzanz und die Levante, I, Wien 1856, n. 59, pp. 140-44; Venetiarum historia vulgo Petro Iustiniano Iustiniani filio adiudicata, a cura di R. Cessi-F. Bennato, Venezia 1964, p. 122; J. F. Böhmer, Regesta Imperii, IV, 2, 1, Die Regesten des Kaiserreiches unter Friedrich I. (1152- 1158), a cura di F. Opll - H. Mayr, Wien-Köln-Graz 1980, n. 263, pp. 79 s.; I. Fees, Reichtum und Macht im mittelalterlichen Venedig, Tübingen 1988, p. 374; G. Rösch, Der venezianische Adel, Sigmaringen 1989, pp. 92, 100 s.