virus adenoassociato
Piccolo virus a DNA a singolo filamento usato in terapia genica come vettore virale. I virus adenoassociati (AAV) richiedono funzioni ausiliarie cellulari per la loro replicazione e sono caratterizzati dalla proprietà di integrarsi con alta frequenza nel genoma della cellula ospite, anche in assenza di proliferazione cellulare. Il genoma virale del virus selvatico si integra, inoltre, in maniera preferenziale in una regione del cromosoma 19 (banda 19q13.3) in virtù di meccanismi molecolari non ancora chiariti. Questa proprietà, qualora potesse essere mantenuta anche nei vettori ricombinanti, potrebbe costituire un grosso vantaggio per la terapia genica, in quanto eviterebbe il rischio della mutagenesi inserzionale, che caratterizza sia i retrovirus sia tutti gli altri sistemi di trasferimento genico che prevedono l’inserzione inevitabilmente casuale del DNA esogeno nel genoma della cellula ospite. Il genoma virale degli AA V è costituto da due sequenze ripetute in orientamento invertito alle estremità (ITR, Inverted terminal repeat) e da due geni (rep e cap), che codificano, rispettivamente, proteine coinvolte nella replicazione (Rep) e nell’assemblaggio del capside virale (Cap). I vettori adenoassociati contengono unicamente le sequenze ITR terminali (165 nucleotidi) che fiancheggiano il gene terapeutico, mentre le funzioni di rep e di cap sono prodotte mediante trasferimento genico di un plasmide che codifica questi geni nelle cellule utilizzate per la produzione delle particelle ricombinanti. Analogamente ai vettori retrovirali, da queste cellule viene prodotto un virione infettivo che contiene il genoma ricombinante con il gene terapeutico. I virioni prodotti, a differenza dei retrovirus, possono anche essere purificati e concentrati con alta efficienza, in modo da ottenere preparazioni con un titolo infettivo molto elevato. Tuttavia, le caratteristiche molecolari della replicazione degli AA V, e in particolare le funzioni cellulari indispensabili per la sintesi del filamento complementare al genoma virale, l’ingresso nel nucleo e l’integrazione nel genoma, sono a tutt’oggi poco conosciute. (*)