vino
Bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione di mosti ricavati esclusivamente da uve fresche o leggermente appassite. I componenti del v. sono, oltre all’acqua (70÷80%), alcol etilico (dal 7 al 18%, di solito 10÷12%), piccole percentuali di altri alcoli, quali quello metilico (che deriva dalle pectine) e alcoli superiori (che derivano dagli amminoacidi), alcuni acidi organici (tartarico, malico, lattico, succinico, citrico, acetico, ecc.). Nel v. sono presenti anche tannini (meno di 1 g/l nei v. bianchi e da 1 a un massimo di 8 g/l in quelli rossi), polifenoli, pectine (1÷2 g/l), glicerolo (5÷12 g/l), aldeidi (meno di 0,1 g/l), eteri (che, anche se in concentrazione di meno di 0,01 g/l, sono i maggiori responsabili del bouquet del v.), sostanze minerali (2÷4 g/l). Il potere calorico dell’alcol è di ca. 7 kcal/g; quindi le calorie fornite dal v. vanno calcolate in base alla gradazione alcolica.
Il consumo di v., come quello delle bevande alcoliche in generale, pone da un lato il problema del suo consumo in quantità ragionevoli, dall’altro quello dell’abuso che porta all’alcolismo. Nonostante ciò, sembrerebbe giustificata l’opinione in base alla quale il v., in dosi moderate (ca. 150 ml/die, ossia un bicchiere al giorno), avrebbe effetti benefici sulla salute, grazie al suo contenuto in polifenoli (contenuti in partic. nei vini rossi) che esercitano un’azione antiossidante, alla sua azione vasodilatatoria e protettiva nei confronti delle malattie cardiovascolari. Inoltre l’equilibrio salino del v., il suo potere tampone e il tenore in glicerolo esercitano una favorevole azione digestiva. Assunto in dosi eccessive provoca squilibri metabolici (in partic. a carico di proteine e alcune vitamine) e causa un progressivo accumulo di sostanze tossiche con effetti nocivi, soprattutto a carico del fegato.