GUELI, Vincenzo
Nacque a Catania il 10 dic. 1914 da Raffaele e Anna (Marianna) Mazzarino. Laureatosi in giurisprudenza nell'Università di Roma il 16 nov. 1935, il 10 nov. 1938 conseguì nell'Università di Pisa la laurea in scienze politiche. Successivamente seguì corsi di perfezionamento in diritto pubblico a Monaco di Baviera e in scienze corporative a Pisa.
Nell'ottobre 1937 iniziò la carriera accademica con la nomina ad assistente incaricato presso l'istituto di diritto pubblico e legislazione sociale della facoltà di scienze politiche dell'Università di Roma.
In questo periodo i suoi interessi di ricerca appaiono numerosi. Nel 1937 apparvero due articoli in tema di assicurazioni, Elementi distintivi delle assicurazioni sociali dalle assicurazioni private, in Saggi in scienze assicurative dell'Università di Pisa, II, Pisa (ora nella raccolta postuma Scritti vari, Milano 1976, I, pp. 1-30), e Analisi giuridica dell'assicurazione sociale, in Le assicurazioni sociali (Scritti vari, I, pp. 59-81), tema su cui tornò l'anno successivo con il saggio Il risarcimento del danno per lesione del diritto alla assicurazione sociale, pubblicato nella medesima rivista (Scritti vari, I, pp. 83-91). Sempre nel 1938 scrisse le voci Concorrenza e Concorrenza illecita per il Nuovo Digesto italiano, Torino (Scritti vari, I, pp. 31-38; 39-58). Nel 1939, pubblicò nella Rivista di diritto commerciale uno studio su Nuovi ordinamenti dell'economia (Scritti vari, I, pp. 93-101).
Dal 1939, comunque, la sua ricerca cominciò a orientarsi prevalentemente verso temi di diritto pubblico e di teoria dello Stato. In quest'anno, infatti, apparve sul Nuovo Digesto italiano, XII, 1, pp. 691-703, la sua voce Sovranità (pubblicata anche come monografia, con il titolo Sulla teoria della sovranità, Tivoli 1939).
Il G. cercava, in questo caso, di individuare una via intermedia tra teoria istituzionalista e concezione positivista. Egli, infatti, considerava la società come "il necessario polo di aggregazione dei fenomeni normativi, che si compongono ad unità nell'ordinamento giuridico" (La Pergola); ma allo stesso tempo rilevava che, con l'evoluzione della società nella forma dello Stato, la funzione normativa era stata assunta da questo in via esclusiva. Pertanto, "tra il fenomeno associativo e il fenomeno normativo vi è […] stretta ed indispensabile connessione, ma non identità" (ibid.): e la connessione era costituita dal fatto che, in tutte le forme associative, il diritto ha sempre radici nella coscienza degli individui. Secondo il G., nella sua evoluzione la società aveva conosciuto la coesistenza di diversi ordinamenti: con lo Stato tale coesistenza era eliminata all'interno, nel senso che lo Stato si caratterizza per l'originarietà e l'esclusività, ma non all'esterno, nel senso che l'ordinamento statuale coesiste con quello internazionale. In particolare, il G. tracciava l'evoluzione del concetto di sovranità in parallelo a quella dello Stato e ricordava che alle due tradizionali visioni della sovranità, quella del principe e quella del popolo, a partire dalla seconda metà del XIX secolo si era aggiunta quella proposta dalla scienza giuridica tedesca, per la quale è lo Stato il titolare originario della sovranità. Sosteneva infine che la concezione della sovranità elaborata dal fascismo aveva natura meramente politica, anche se esercitava una significativa influenza sul funzionamento dell'ordinamento costituzionale italiano.
Conseguita nel marzo 1940 la libera docenza in istituzioni di diritto pubblico, prestò servizio militare come allievo ufficiale di commissariato nella Scuola specialisti aeronautica di Orvieto. Frattanto iniziava la carriera accademica: dal 1° marzo al 31 ag. 1940 e dal 1° nov. 1944 al 31 ott. 1950, ricoprì diversi incarichi presso le facoltà di scienze politiche di Roma (dottrina dello Stato: settembre-ottobre 1944, aprile-ottobre 1945 e a.a. 1945-46; diritto del lavoro e legislazione sociale: a.a. 1944-45, 1945-46; diritto costituzionale italiano e comparato: a.a. 1946-47, 1947-48; istituzioni di diritto pubblico: a.a. 1948-49, 1949-50) e di giurisprudenza (diritto costituzionale italiano e comparato: 1° marzo - 31 ag. 1940; diritto costituzionale nei corsi semestrali per reduci: a.a. 1945-46, 1946-47, 1947-48). Dal maggio 1944 all'ottobre 1950 fu assistente volontario alla cattedra di diritto costituzionale della facoltà di giurisprudenza, di cui era titolare S. Romano.
Nel 1942 pubblicò Il concetto giuridico della rappresentanza politica e la "rappresentatività" degli organi di governo, in Rivista italiana per le scienze giuridiche, s. 2, XVII (Scritti vari, I, pp. 145-165), nel quale ricostruì l'evoluzione di tale concetto dallo Stato liberale a quello fascista; quindi diede alle stampe la monografia Il diritto singolare e il sistema giuridico (Milano 1942).
In essa, riprendendo un tema trattato sia nella tesi di laurea in giurisprudenza, sia in un'edizione provvisoria del 1939 dal titolo Il diritto singolare e l'applicazione analogica della legge, proponeva un criterio diverso da quello usato dalla dottrina prevalente per individuare l'esistenza di un diritto singolare, un diritto, cioè, riconosciuto in via esclusiva a soggetti o a categorie e, quindi, non estensibile per via analogica a tutti gli altri soggetti. Mentre, infatti, correntemente ci si fondava su "principii generali astraibili dalle norme espresse", il G. sosteneva che l'incertezza e la variabilità di queste impedivano l'individuazione di principî stabili e generali su cui fondarsi; preferiva, pertanto, basarsi sui "principii fondamentali che reggono l'intero ordinamento giuridico", dato che la loro "esistenza deve ammettersi come certa".
Negli anni successivi alla guerra il G., che nel 1942 aveva partecipato a un concorso a cattedra senza superarlo ma risultando maturo, ricoprì alcuni incarichi ministeriali: fu nella Commissione per gli studi attinenti alla riorganizzazione dello Stato presso il ministero della Costituente e, nel 1946, nell'ufficio legislativo del ministero dell'Industria e del Commercio. Il 1° giugno 1948, poi, divenne funzionario della Camera dei deputati.
Negli stessi anni la sua produzione scientifica proseguì intensa. Dopo aver dato alle stampe le sue lezioni romane (Dottrina generale dello Stato, Roma 1944), si occupò di diritto costituzionale elvetico pubblicando Il sistema elettorale elvetico (Firenze 1946) e la monografia La costituzione federale svizzera (ibid. 1947). Nel 1949 uscì Il regime politico (Roma) - una rielaborazione, composta peraltro senza tener conto dell'evoluzione della dottrina, della sua tesi di laurea in scienze politiche già apparsa in edizione provvisoria (Tivoli 1939) - ove leggeva il concetto di regime politico come mezzo per individuare l'interezza dell'ordinamento statuale, al fine di "scorgere una necessaria armonia tra le varie parti dell'ordinamento stesso", in particolare tra amministrazione e costituzione, e ove riprendeva il tema a lui caro della coesistenza della pluralità delle organizzazioni sociali con la sovranità dello Stato. Un tema, questo, che si ritrova anche in Pluralità degli ordinamenti e condizioni della loro coesistenza (Milano 1949). A questi lavori si aggiungono numerosi saggi, apparsi in quegli anni, riguardanti le trasformazioni costituzionali italiane dalla caduta del fascismo alla nuova costituzione: il G. li raccolse, con la collaborazione di L. Elia che con lui si era laureato, nel volume Diritto costituzionale provvisorio e transitorio (Roma 1950). Tra questi si possono ricordare Le trasformazioni anticostituzionali delle istituzioni governative (pubblicato successivamente anche in Studi di diritto costituzionale in memoria di L. Rossi, Milano 1952); L'assetto costituzionale provvisorio e le prerogative dei senatori; Rilevanza giuridica della "Repubblica sociale italiana". Valore degli atti compiuti sotto l'imperio del sedicente governo della Repubblica sociale italiana; Sul valore costituzionale dello statuto siciliano; Tipi di Stato e forme di governo. Nel 1950 pubblicò, inoltre Analisi psicologica della realtà sociale dello Stato, in Atti del XIV Congresso internazionale di sociologia, Roma (Scritti vari, II, pp. 753-769), nel quale riprendeva l'idea dello Stato come massima manifestazione della vita associativa e come prodotto dello spirito sociale dell'uomo vivente in comunione con i suoi simili.
Nel 1950 vinse il concorso a cattedra e fu chiamato a insegnare diritto costituzionale nell'Università di Messina. Dal 1° nov. 1953 si trasferì a Catania, dove insegnò la stessa materia e dove dal 1° dicembre del medesimo anno divenne ordinario.
Nel 1954 pubblicò Realtà e logica nel diritto (La "common law" e la nostra scienza giuridica), in Rivista trimestrale di diritto pubblico, IV (Scritti vari, II, pp. 870-918), - nel quale sottolineava le differenze esistenti tra civil law e common law statunitense - e Il sistema giuridico delle assicurazioni sociali, in Trattato di diritto del lavoro, IV, Padova, una rielaborazione del citato lavoro del 1938 (Scritti vari, II, pp. 771-878). Nel 1956 apparvero a Catania le lezioni di diritto costituzionale tenute nell'anno accademico 1953-54: Il procedimento legislativo. (Lezioni di diritto costituzionale); e, nel 1957, il saggio Libertà e socialità nella carta costituzionale e nella costituzione sociale del paese, in Scritti in memoria di V.E. Orlando, II, Padova (Scritti vari, II, pp. 919-941), nel quale metteva in luce il carattere sociale della costituzione italiana, l'importanza che la stessa riconosceva al lavoro, alla proprietà privata e ai rapporti economici, e definiva chiavi di volta "dell'edificio costituzionale" la norma dell'art. 2 sui diritti inviolabili dell'uomo e quella dell'art. 3 che fissava il principio di uguaglianza. Sempre nel 1957 uscì il saggio La Corte costituzionale, in Scritti giuridici in memoria di P. Calamandrei, Padova, III (Scritti vari, II, pp. 1017-1050), - in cui illustrava i problemi che avevano accompagnato la nascita della Corte e le sue caratteristiche salienti - e la lezione tenuta all'Università di Monaco dal titolo Concezioni dello Stato e del diritto e tecnica giuridica nella teoria del procedimento legislativo, in Rivista trimestrale di diritto pubblico, VII (Scritti vari, II, pp. 1051-1070).
L'anno successivo pubblicò il lavoro Stato e diritto: contributi di giuspubblicisti alla determinazione dei loro rapporti, in Atti del III Congr. naz. di filosofia del diritto, Milano (Scritti vari, II, pp. 1071-1086), nel quale ricostruiva la dottrina, in particolare di G. Jellinek, H. Kelsen e S. Romano, sull'usuale tema del rapporto Stato-diritto, sul quale tornò con Elementi di una dottrina dello Stato e del diritto come introduzione al diritto pubblico (Roma 1959) dove ripropose l'idea della distinzione e connessione tra il momento associativo e quello normativo. Nel 1958 pubblicò negli Studi in onore di F. Messineo (Milano), il lavoro Relatività storica e carattere convenzionale della qualifica di un ordinamento come giuridico (Scritti vari, II, pp. 1131-1144) e la voce Anarchia, in Enc. del diritto, II, Milano (Scritti vari, II, pp. 1145-1189); nel 1959 La competenza della Corte costituzionale a controllare la legittimità costituzionale del procedimento di formazione delle leggi, in Rassegna parlamentare, 1959 (Scritti vari, II, pp. 1205-1213); e nel 1960 la voce Colpo di Stato, in Enc. del diritto, VII, Milano (in Scritti vari, II, pp. 1215-1241).
In questi anni tornò a occuparsi di diritto del lavoro con la voce Assicurazioni sociali (in generale), in Novissimo Digesto italiano, Torino 1958 (Scritti vari, II, pp. 1087-1130), con il saggio Efficacia "erga omnes" dei contratti collettivi di lavoro, in Rassegna parlamentare, I, 1959 (Scritti vari, II, pp. 1191-1203), e con l'articolo Sulla legittimità costituzionale degli oneri imposti alla impresa privata per fini di assistenza sociale, in Relazioni e resocontidell'Istituto italiano per gli studi della protezione sociale e del lavoro, n. 3, Roma 1962 (Scritti vari, II, pp. 1253-1258).
A partire dal 16 nov. 1962 passò alla cattedra di diritto amministrativo sempre nella facoltà di giurisprudenza di Catania.
Il G. morì a Roma il 28 ag. 1969. Nel 1956 aveva sposato Eugenia Trovato.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. centr. dello Stato, Ministero della Pubblica Istruzione, Fascicoli personali, 3° versamento, b. 244, Gueli, Vincenzo; Ibid., Arch. dell'Università La Sapienza, Personale docente, f. 10082, Gueli, Vincenzo; M. Galizia, Scienza giuridica e diritto costituzionale, Milano 1954, pp. 106, 123, 125; Id., Profili storico-comparativi della scienza del diritto costituzionale, in Arch. giuridico Filippo Serafini, CLXIV (1963), 1-2, p. 106; A. La Pergola, Presentazione a V. Gueli, Scritti vari, I, Milano 1976, pp. IX-XV; F. Lanchester, Momenti e figure nel diritto costituzionale in Italia e in Germania, Milano 1994, p. 399; M. Caravale, Per una storia della facoltà di scienze politiche in Italia: il caso di Roma, in Le Carte e la storia, I (1995), 2, pp. 27 s.; F. Lanchester, La dottrina costituzionalistica italiana tra il 1948 e il 1954, in Quaderni fiorentini, XXVIII (1999), pp. 757 s., 767 ss., 781; M. Fioravanti, La scienza del diritto pubblico. Dottrina dello Stato e della costituzione tra Otto e Novecento, Firenze 2001, p. 712; F. Lanchester, I costituzionalisti italiani tra Stato nazionale e Unione europea, in Riv. trimestrale di diritto pubblico, LI (2001), p. 1099; G. Fois, I concorsi universitari, ibid., p. 1227; F. Soddu, Gli studiosi di diritto costituzionale, ibid., pp. 1138 s.; P. Ridola, Gli studi di diritto costituzionale, ibid., pp. 1267 s.