VIGLIUS ab Aytta (latinizzazione di Wigle Van Aytta)
Giurista e uomo di stato olandese. Nacque il 19 ottobre 1507 nella state Barrahuys presso Wirdum in Frisia, morì il 18 maggio 1577 a Bruxelles. Dopo la rovina finanziaria dei suoi genitori, lo zio Bernardus van Aytta, parroco a Zwichum, lo adottò come figlio; perciò V. aggiunse al suo nome "Suichemius" o "van Zwichum". Nel'20 ricevette la tonsura pure rimanendo laico fino quasi alla vecchiaia. Studiò le lingue classiche a Leida e a L'Aia per poi frequentare l'università di Lovanio. Dal 1527 al 1529 studiò giurisprudenza a Dôle e fu tra gli amici di Erasmo che abitava allora a Basilea. Poi si recò ad Avignone per sentirvi Andrea Alciato. Si laureò a Valenza nel 1529. Per due anni a Bourges seguì le lezioni dell'Alciato, sostituendolo per qualche tempo quand'egli era in Italia. Nel 1531 visitò Erasmo a Friburgo, la famiglia Fugger ad Augusta; venne poi a Padova, dove, acquistatasi larga fama con le sue lezioni private, ebbe offerta una cattedra. Ma dopo un anno d'insegnamento decise di tornare in patria. Accettò la nomina a giudice ecclesiastico del vescovato di Münster, stabilendosi in vicinanza della città, in quel periodo in mano degli anabattisti. Nel 1535 l'imperatore lo nominò consigliere della corte di Spira dove rimase fino al 1537, quando accettò un professorato a Ingolstadt. Ivi per cinque anni insegnò con grandi lodi. Tentò sempre di rimanere fuori delle cariche pubbliche e rifiutò molte nomine, ma nel 1541 accettò un posto nel consiglio segreto a Bruxelles. Nel 1543 fu nominato membro del gran consiglio di Malines e si stabilì in questa città. Nel 1549 fu nominato presidente del consiglio segreto e guardasigilli, e creato cavaliere. Accompagnò il principe Filippo attraverso i Paesi Bassi per illustrargli le condizioni economiche e politiche del paese. Nel 1553 alle altre cariche aggiunse quella di presidente del consiglio di stato. Fu anche incaricato di importanti missioni all'estero: così nel 1544 negoziò la pace di Spira tra l'imperatore e Cristiano III di Danimarca; un anno dopo, alla dieta di Worms, dovette trattare la spinosa questione dell'appartenenza dei Paesi Bassi all'Impero; più tardi dettò le condizioni del matrimonio tra Filippo e Maria d'Inghilterra. All'abdicazione di Carlo V, V. intendeva ritirarsi dalla vita politica, ma Filippo II non volle accettare le sue dimissioni. Nel 1562, consacrato ecclesiastico dal cardinale A. Perrenot de Granvelle, divenne preposto del capitolo di San Bavone a Gand; nello stesso anno su desiderio di Filippo II fu nominato cancelliere dell'ordine del Toson d'oro.
Frattanto le divergenze tra il govemo e i nobili neerlandesi divenivano sempre più acute: V. desiderava, come Erasmo, vivere nella quiete dei suoi studî, ma la volontà del regnante non glielo consentì. In generale lo troviamo dalla parte del de Grenvelle, che lo chiamò insieme con Ch. de Berlaymont a costituire con lui la Consulta, istituzione odiatissima dai nobili. Il 31 dicembre 1564 egli redigeva le istruzioni per il conte Lamoral di Egmont che doveva partire per la Spagna per riferire sui desiderî dei nobili. Dopo che egli ebbe letto quelle istruzioni nel Consiglio di stato, seguì una risposta di Guglielmo di Orange. V., misurando d'un tratto la profondità del dissidio tra il monarca e i nobili, ne rimase sbalordito; dopo una notte insonne fu colpito da un'apoplessia e da quel momento le sue condizioni di salute rimasero precarie. Domandò di nuovo di potersi ritirare dalla vita pubblica e alla fine del 1565 gli fu concesso di rinunziare alla presidenza del Consiglio segreto. Sotto il governatorato del duca d'Alba, V., sempre moderato, a varie riprese difese gl'interessi del popolo sfidando il malvolere del duca. Vecchiaia e malattie però fecero sìche ai tempi del duca d'Alba e di Luis de Zuñiga y Requesens V. non dominasse più sulla scena politica. Nel 1576 con tutti i membri del Consiglio di stato egli fu arrestato dalle truppe nazionaliste del Brabante, ma poco dopo rilasciato. Nel nuovo consiglio non fu più nominato. Poco dopo morì.
In materia di religione, V., amico di Erasmo e perfino di luterani, era sospetto di eresia e ateismo; invece fu sempre fedele al cattolicismo per quanto molto tollerante. Dai suoi molti manoscritti risulta la sua profonda scienza politica e giuridica e la devozione agli studî. Come allievo di Alciato è stato il fondatore della scuola giuridica olandese. Di lui esistono molti e ottimi ritratti, tra cui uno bellissimo a Firenze (Uffizî), noto come "il riformatore Zwingli" e attribuito a Holbein, mentre si dovrebbe attribuire ad Antonio Moro o piuttosto a Willem Key.
Bibl.: S. A. Gabbema, Epistolae politicae et historicae ad Joach. Hopperum, Leeuwarden 1661 (lettere di V.); Hoynck van Papendrecht, Analecta Belgica, I e II, L'Aia 1742, con altre lettere e autobiografia di V.; C. Star Numan, Over de Verdiensten van V. van A. van Zwichum, 1825; A. Wouters, Mémoires de V. et d'Hoppen, Bruxelles 1858.