VETERA
. Nome di una collina a S. di Xanten, sulla sinistra del Reno, di fronte alla confluenza della Lippe: oggi Fürstenberg. La valle della Lippe era una delle principali vie verso l'interno della Germania, e perciò Augusto scelse fra il 16 e il 13 a. C. Vetera come uno dei punti di concentramento delle forze romane destinate a passare il Reno; l'altro era Mogontiacum. Da Vetera partirono le due prime spedizioni di Druso, e, almeno in parte, l'esercito di Varo. Durante il periodo dell'offensiva in Germania, a Vetera i Romani ponevano i quartieri d'inverno entro campi ordinarî, che si ricostruivano a ogni ritomo dalle spedizioni estive. Quando invece Roma, dopo il 16 d. C., rinunciò alla conquista della Germania e il confine fu riportato al Reno, Vetera divenne un campo permanente, una fortezza di frontiera. Sotto Claudio, intorno al 43, il campo fu ricostruito in forma di rettangolo di m. 932 × 636 e nell'intemo sorsero edifici di pietra e mattoni, intonati al fasto dell'età neroniana. Le canabae presso al campo vennero formando quasi una città. Il batavo ribelle Civilis nel 69 attaccò la guarnigione di Vetera (V e XV legione), al cui soccorso marciarono le truppe romane del medio Reno agli ordini del legato Vocula; ma queste truppe, in gran parte galliche, si ribellarono e Vocula fu ucciso. La guarnigione, stremata, si arrese e fu massacrata e la fortezza data alle fiamme. Fu in seguito riedificata e Adriano vi collocò nel 119 la XXX legione, che vi rimase a lungo; a N. di Xanten sorse poi la Colonia Ulpia. Gli scavi hanno messo in luce, oltre alle tracce dei campi augustei e tiberiani, cospicui avanzi del campo claudio-neroniano.
Bibl.: C. Jullian, Histoire de la Gaule, IV, Parigi 1913, p. 203; H. Lehner, Das Römerlager Vetera bei Xanten, Bonn 1926; id., Vetera. Die Ergebnisse der Ausgrabungen des Bonner Provinzialmuseums bis 1929, Berlino 1930; A. Grenier, in Manuel d'Archéologie di J. Dechelette, V, i, Parigi 1931, p. 258. Relazioni degli scavi nei Bonner Jahrbücher, CXIV-XV (1906 seg.).