VERTIGINE (lat. vertigo; fr. vertige; sp. vertigo; ted. Schwindel; ingl. dizziness)
Sensazione illusoria e sgradevole di spostamento o di rotazione del corpo rispetto all'ambiente o dell'ambiente rispetto al corpo. La sindrome vertiginosa è dovuta a un disturbo del senso di orientamento del corpo, per alterata funzione dell'apparato dell'equilibrio; quest'alterazione può essere di eccesso, di perversione o di difetto.
Schematicamente l'apparato dell'equilibrio consta dei seguenti sistemi e organi: 1. formazioni periferiche: il vestibolo, porzione non acustica dell'orecchio interno; apparato tattile profondo dei muscoli del collo, del tronco e delle articolazioni; 2. centri riflessi: bulbari, nuclei di Deiters e di Bechterew, ai quali arrivano le fibre del nervo vestibolare; midollari (corno posteriore e colonna di Clarke) collegati con l'apparato tattile profondo; 3. centri cerebellari, che hanno la funzione di regolare i movimenti nelle quattro direzioni; 4. centri cerebrali (regione parietale ascendente) a cui arrivano le sensazioni provocate dagli stimoli della sensibilità articolare e muscolare profonda; 5. fibre di connessione tra questi diversi centri. A questa enumerazione va aggiunto l'apparato visivo, la cui funzione è soprattutto quella di supplire una qualunque delle formazioni sopraelencate in caso di mancato funzionamento.
Il difetto di funzione di uno o più di questi sistemi porta naturalmente a un certo squilibrio che può essere più o meno bene compensato dal funzionamento degli altri. Il fatto che vengono associati organi automatici e organi della coscienza (corteccia cerebrale) spiega perché ci possa essere, in caso di difetto di funzione, una sensazione cosciente, ma falsa, di uno squilibrio assente. Tale sensazione, a cui s'aggiunge un fattore affettivo (la sgradevolezza) è appunto la vertigine. Quando uno degli organi sensoriali fornisce un'impressione falsa, questa viene interpretata come vera: si avrà per conseguenza, la sensazione di caduta o di rotazione accompagnata da quella di uno spostamento degli organi circostanti nelle varie direzioni. Questa sensazione errata di spostamento è in gran parte collegata col nistagmo che s'accompagna alla vertigine: lo spostamento dell'occhio provoca la sensazione dello spostamento degli oggetti. Un esempio di ciò è la vertigine che insorge nei casi in cui, per insufficienza di uno o più muscoli oculomotori, insorge diplopia.
Naturalmente la medesima sensazione di squilibrio si ha quando tutto l'apparato dell'equilibrio è in buon funzionamento, ma esso viene anormalmente eccitato da stimoli adeguati; principale fra tutti lo spostamento del capo o di tutto il corpo in posizioni non abituali.
Nell'individuo sano la vertigine può essere provocata sperimentalmente stimolando il vestibolo in varî modi.
La prova rotatoria si esegue facendo ruotare il paziente, seduto su di una sedia girevole, attorno all'asse verticale, e ponendone il capo in differenti posizioni per stimolare ora questo, ora quel canale semicircolare; dopo dieci giri in una direzione o nell'altra si ferma improvvisamente la sedia e il soggetto ha una sensazione improvvisa di vertigine; crede di ruotare in senso inverso a quello nel quale la sedia ha girato, mentre il tronco cade.
La prova calorica consiste nell'irrigazione del condotto uditivo esterno mediante acqua calda o acqua fredda. Dopo circa un minuto d'irrigazione s'osserva nel soggetto un nistagmo diretto verso il lato opposto a quello dell'orecchio irrigato se si è adoperata acqua fredda, verso lo stesso lato se si è usata acqua calda. Contemporaneamente compare vertigine.
La prova galvanica s'esegue stimolando elettricamente l'apparato vestibolare mediante una corrente continua applicando due elettrodi di diametro uguale rispettivamente sulle due mastoidi. In condizioni normali il soggetto presenta nistagmo verso il lato su cui è applicato il polo negativo, cade verso il lato su cui è applicato il polo positivo e presenta vertigine.
Da quanto precede si comprende come di fronte a uno stato vertiginoso sia necessario tener presenti tutte le eventualità causali che possono averlo provocato, allo scopo di stabilire, mediante particolari indagini, la localizzazione della lesione che ha provocato la vertigine e il meccanismo con cui il disturbo in questione si è prodotto. Si possono intanto avere vertigini in condizioni fisiologiche (ballo, ascensore, mal di mare). Distinguiamo in seguito: 1. le vertigini per lesione diretta del nervo labirintico, del cervelletto, del cervello; 2. vertigini per lesione indiretta: tumori cerebrali, ipertensioni endocraniche, infiammazioni meningee; per disturbi circolatorî, sia per eccesso (lesioni mitraliche, fatica intellettuale ecc.) sia per difetto (anemia, vizî aortici, arteriosclerosi, periodi premonitori di ictus ischemici, ecc.); per infezione: tutte le malattie infettive possono provocare l'insorgenza di vertigini; per intossicazioni esogene: avvelenamenti da medicinali e da tossici in genere (alcool, anidride carbonica, ossido di carbonio, ecc.); per autointossicazioni (uremia, diabete, sindromi anafilattiche, sindromi gastriche: la cosiddetta vertigine a stomacho laeso); 3. vertigini psichiche: vertigine delle altezze, delle montagne, degli stati nevrasteniformi; 4. vertigini riflesse collegate con disturbi uterini, coliche renali ed epatiche; 5. una descrizione a parte merita la cosiddetta vertigine di Ménière; questa insorge improvvisamente con paracusie imponenti in un orecchio: il disturbo dell'equilibrio è talmente grave che spesse volte il paziente viene trascinato per terra: insorge immediatamente sordità. La vertigine di Ménière è dovuta per lo più a una propagazione al labirinto di processi catarrali cronici dell'orecchio medio: può esser dovuta anche a emorragie labirintiche. Fra le malattie nervose nelle quali più frequentemente si può osservare vertigine ricorderemo: la sclerosi a placche, nella quale la vertigine è probabilmente dovuta alla presenza di focolai di sclerosi nei centri bulbari del nervo vestibolare; l'epilessia, nella quale la vertigine si presenta sia come equivalente, sia come aura; l'emicrania, nella quale la crisi vertiginosa è dovuta verosimilmente a fenomeni angiospastici; la demenza paralitica; l'ipertensione endocranica.
Di fronte perciò a una sindrome vertiginosa bisogna praticare l'esame dell'orecchio esterno e del timpano oltre alle prove di funzionalità dell'orecchio medio e a quelle per l'indagine labirintica; esaminare il fondo dell'occhio e la motilità oculare; indagare sulla composizione delle urine per mettere in evidenza un'eventuale intossicazione endogena; praticare un esame minuto degli apparati digerente e circolatorio; fare un accurato esame neurologico.
Circa la terapia, s'impone naturalmente la cura causale, rivolta al processo morboso da cui la vertigine è originata. Sintomaticamente sono indicati i bromuri, il chinino, il luminal, eventualmente la puntura lombare. Negl'ipertesi sono efficaci gl'ipotensivi.