Vergerio, Pietro Paolo, il Vecchio
Umanista (Capodistria 1370 - Budapest 1444). Dopo aver studiato a Padova, insegnò (1386) dialettica a Firenze, quindi (1388-90) fu lettore di logica a Bologna dove scrisse la commedia Paulus, di imitazione terenziana. Passato a Padova, ebbe grande familiarità con il cancelliere Giovanni da Conversino, compose sette Orationes pro sancto Hieronymo, il trattato De arte metrica in collaborazione con F. Zabarella, e pubblicò l’Africa di Petrarca. Dopo un nuovo soggiorno a Firenze per imparare il greco, tornò a Padova dove ottenne il dottorato in arti, medicina e diritto civile e canonico, e dove compose nei primi mesi del 1402 il trattato pedagogico De ingenuis moribus et liberalibus studiis adulescentiae. In esso è posto l’accento sul concetto di educazione liberale, da attuarsi attraverso quegli studi (le lettere, la filosofia morale, le scienze della natura) che sono degni di un uomo libero, nel senso che non hanno carattere professionale, non addestrano in una particolare abilità, bensì tendono, affiancati dagli esercizi fisici e militari, alla formazione di una personalità armoniosamente sviluppata in senso fisico e spirituale. A Roma (1405-09), al servizio della Curia, si occupò prevalentemente di questioni ecclesiastiche, prendendo parte notevole (1414-18) al Concilio di Costanza, seguendo quindi come poeta laureato l’imperatore Sigismondo. È da attribuire a V. anche lo scritto De principibus canariensibus et gestis eorum liber, composto probabilmente attorno al 1397.