Verdi e ambientalisti
Gli amici del Pianeta
I movimenti ambientalisti hanno fatto la loro comparsa tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta del 20° secolo. Con le loro campagne in difesa dell’ambiente hanno provocato un ampio dibattito sui rischi di uno sfruttamento indiscriminato delle risorse del Pianeta e sulla necessità di regolare lo sviluppo. Delle loro battaglie si sono fatti portavoce sulla scena politica europea i partiti politici dei Verdi
Risalgono agli inizi del 20° secolo le prime manifestazioni d’interesse per la protezione dell’ambiente che ci circonda e per la difesa del paesaggio. In Italia, già nei primi decenni del secolo, nacquero alcune piccole associazioni per la salvaguardia del territorio: una di queste, la Federazione pro montibus et sylvis, promosse privatamente la fondazione del Parco nazionale d’Abruzzo (1922), il primo parco naturale nazionale italiano situato nel cuore dell’Appennino centrale. Di lì a pochi mesi veniva istituito per regio decreto (dicembre 1922) anche il Parco nazionale del Gran Paradiso, tra Piemonte e Valle d’Aosta, sui territori un tempo riserva reale di caccia della famiglia Savoia.
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale diversi fattori richiamarono l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale: l’ambiente, infatti, appariva minacciato dal ricorso sempre più generalizzato ai fertilizzanti chimici e ai pesticidi, dalla deforestazione e dall’impetuoso sviluppo industriale. In seguito, la motorizzazione di massa, l’aumento della produzione di rifiuti e l’immissione nell’atmosfera di gas tossici provocarono una situazione sempre più allarmante sul piano dell’inquinamento operato dall’uomo. Verso la fine degli anni Settanta gli scienziati verificarono l’esistenza di un preoccupante ‘buco’ nello strato di ozono sopra l’Antartide. Fu dimostrato che questo buco era collegato all’immissione nell’atmosfera di sostanze come i clorofluorocarburi (CFC), ampiamente impiegati nella produzione industriale. L’inquinamento appariva, dunque, come una minaccia per tutto il Pianeta e il protezionismo di tipo tradizionale risultava ormai inadeguato di fronte a un tale pericolo. Per i difensori dell’ambiente bisognava richiamare urgentemente l’attenzione sui limiti e i rischi di uno sfruttamento indiscriminato della natura e avviare una vera e propria politica ambientale in grado di agire su un contesto sempre più globalizzato, che vedeva coinvolti paesi poveri e paesi industrializzati e rendeva protagonisti in prima persona gli Stati e le loro scelte in campo ambientale.
A partire dagli anni Settanta le iniziative in difesa dell’ambiente ebbero sempre maggiori consensi e in molti paesi europei i movimenti ambientalisti diventarono movimenti di massa (movimenti alternativi). I partiti politici dei Verdi nacquero in questo contesto, con alcuni tratti ideologici comuni (rifiuto dell’energia nucleare, pacifismo). In Germania, per esempio, Die Grünen («i verdi» appunto) rappresentano già da alcuni decenni una consistente forza politica. In Italia i Verdi partecipano alle consultazioni elettorali dal 1987.
La diffusione del messaggio ambientalista e la presenza sulla scena politica dei Verdi hanno favorito anche il radicarsi nella vita quotidiana di alcune semplici regole di comportamento finalizzate a contenere il degrado ambientale. Per esempio è diventato senso comune il fatto di riciclare i rifiuti, di evitare lo spreco di acqua e di detersivi e di utilizzare carta riciclata.
Nato nel 1961 il WWF (World Wildlife Fund) si fece subito conoscere per le sue battaglie in difesa delle specie animali a rischio di estinzione. La prima campagna fu condotta per la salvaguardia del rinoceronte, e fu lanciata sulle prime pagine dei maggiori quotidiani inglesi. Nel 1966 si è costituito il WWF Italia, protagonista di una lunga battaglia in difesa dei lupi dell’Appennino.
Greenpeace, nata nel 1971, è una delle più grandi organizzazioni ambientaliste del mondo. È diventata famosa grazie alla spettacolarità delle sue azioni, spesso condotte a bordo di pescherecci o gommoni, come nel caso della campagna contro i test nucleari francesi nell’atollo di Mururoa (1972), o di quella realizzata in difesa delle balene. Nel 1975 i gommoni di Greenpeace individuarono alcune navi sovietiche a caccia di balene nel Pacifico settentrionale: per difendere gli animali i gommoni si posizionarono lungo la traiettoria degli arpioni, richiamando così l’attenzione dell’opinione pubblica sul massacro dei grandi cetacei.