VENTIMIGLIA
. Storica famiglia siciliana, discendente da un Guglielmo, conte di Ventimiglia (1242), da cui Enrico, primo conte di Geraci, signore, dal 27 giugno 1258, delle due Petralie, capitano generale nell'esercito di Manfredi. Esule dopo la caduta di questo re, partecipò alla spedizione pisana del 1268 a favore di Corradino. Vissero nel sec. XIV: Francesco, conte di Geraci, ambasciatore di Federico di Trinacria (1318) presso Giovanni XXII per trattare la pace con re Roberto, che diede inizio alle lotte con i Chiaramonte: perì tragicamente nel 1338; un altro Francesco, conte di Geraci, stratigoto di Messina nel 1355, che cercò invano di impedire a Federico III di sposare Costanza d'Aragona, e fu gran camerario e uno dei quattro vicarî che governarono la Sicilia per Maria d'Aragona; Antonio conte di Golisano (Collesano), che succedette al precedente nell'ufficio di vicario e seguì poi i Martini dai quali fu relegato a Malta. Da Alfonso il Magnanimo Giovanni fu creato conte di Monteserico e primo "marchese" di Geraci, titolo riservato sin allora ai principi reali, ed ebbe inoltre la signoria di Bitonto. Occupò l'ufficio di capitano generale della Chiesa e quello di viceré. Nel sec. XVI troviamo Simone V. e Cardona marchese di Geraci, viceré in Sicilia, che partecipò alla sedizione contro Ugo di Moncada, e Giovanni, marchese di Geraci, stratigoto di Messina nel 1591, vicario generale in Val di Noto e Val di Mazzara, presidente o capitano generale del Regno nel 1595, 1598 e 1606. Al sec. XVIII appartengono Giovanni, grande di Spagna, gentiluomo di camera di Vittorio Amedeo II, cavaliere dell'Annunziata, principe del Sacro Romano Impero, gentiluomo di camera di Carlo di Barbone; Giuseppe Emanuele V. e Statella principe di Belmonte, ambasciatore a Venezia nel 1760, e Gaetano V. e Alliata cavaliere di Malta e ministro plenipotenziario del Borbone a Parigi nel 1796.
Sul principio del secolo XIX fiorì Giuseppe Emanuele principe di Belmonte, il quale prese larga parte alle vicende parlamentari e costituzionali del 1812, come capo dei "cronici", e si mostrò ostile al principe di Castelnuovo.