VENEZIA (XXXV, p. 48; App. I, p. 1120; II, 11, p. 1096)
La città, che ha rinnovato la stazione ferroviaria di Venezia-S. Lucia ed ha tratto profitto da nuove istituzioni culturali (come nell'isola di S. Giorgio Maggiore la Fondazione Cini, di cui fa parte il Teatro Verde per spettacoli all'aperto), non ha del resto cambiato la sua fisionomia tradizionale, ma non sono mancati di recente progetti per il futuro sviluppo topografico, come quello di creare un centro da S. Basilio al Piazzale Roma per le sedi direttive delle industrie oppure di prolungare la strada litoranea fino a Punta Sabbioni creando dei blocchi di cemento attorno alla città, mentre è preferibile che l'espansione avvenga nella direzione di terraferma nei limiti del suo comune. Questo ha visto aumentare alquanto i suoi ab. (336.184 al 15 ottobre 1961), mentre la provincia ha segnato una lieve diminuzione (1961: 735.351 ab.), a causa della grave depressione economica che si osserva in quei comuni che condividono le caratteristiche ambientali del Delta Padano. Marghera ha visto aumentare sempre più l'importanza dei suoi impianti ed è ora il maggior complesso industriale dell'Adriatico, tanto che la zona è in corso di ampliamento su altri 1200 ha. Nel settore metallurgico esistono ora 17 esercizî (1939: 8) con una media di 360 addetti. Anche le industrie chimiche hanno visto aumentare la loro importanza. Per il trattamento dello zinco le attrezzature sono state potenziate con l'entrata in attività d'un nuovo impianto per l'arrostimento del minerale e per il trattamento del fango di rifiuto, per cui ora Marghera fornisce un terzo della produzione nazionale. In progresso è anche la produzione dell'alluminio; essa contribuisce infatti all'intera produzione nazionale di ossido di alluminio, con circa metà dell'alluminio metallico (150.000) e possiede il maggior stabilimento italiano per la lavorazione dei semilavorati. Nel 1951 è poi entrato in funzione un nuovo complesso industriale per la produzione di cloro-soda, ammoniaca e loro derivati e in modo particolare fertilizzanti. La favorevole posizione di Marghera rispetto alla Pianura Padana ha poi fatto sorgere un centro di raffinazione del petrolio e poi ancora industrie per la produzione di distillati di coke, di gas liquido, di lubrificanti industriali e di materie plastiche. I metanodotti Contarina-Marghera e Cremona-Marghera sopperiscono in parte a rifornire l'energia occorrente alle industrie.
Il porto di V. ha tratto notevoli vantaggi dallo sviluppo della zona industriale di Marghera. Il movimento complessivo delle merci è stato in questi ultimi anni superiore agli 8 milioni di t (1960: 9,6 milioni), per cui V. si classifica per movimento di merci al secondo posto tra i porti italiani. Nel 1957 hanno attraccato alle sue banchine 4900 navi a propulsione meccanica, assorbendo un traffico corrispondente alla decima parte di quello di tutta Italia. Il rapporto tra le importazioni e le esportazioni è però assai svantaggioso (7:1), dato che le importazioni, consistenti in combustibili liquidi e solidi, mînerali metallici, fertilizzanti, cereali, materiali da costruzione, cotone e altri tessili, legname, hanno di gran lunga la preminenza sull'esportazioni. Netta prevalenza hanno ora i prodotti petroliferi, i quali rappresentano negli ultimi anni oltre metà del movimento complessivo. Invece il carbone, che aveva il primato tra le merci sbarcate, ha ridotto la sua percentuale, mantenendo il secondo posto. Negli imbarchi troviamo ai primi posti petrolî e olî minerali, frumento, farina e pasta, zucchero, concimi, marmi e cementi, tessuti e filati, ortaggi e frutta. Nel complesso si nota che l'aumentato volume si riferisce a merci povere piuttosto che a merci ricche. Né la posizione appare migliore per il traffico dei passeggeri (1960: 152.000 imbarcati e sbarcati), avendo di poco superato la metà di quello d'anteguerra. La perdita di alcune linee non manca di esercitare un effetto sfavorevole, mentre poi si fa sentire la concorrenza del mezzo aereo, specie dopo l'apertura (1961) del nuovo aeroporto di Tessera, posto sul litorale della laguna a 8 km da Mestre.
Nel territorio della provincia si sono continuati i lavori di arginatura per trarre miglior profitto dal suolo, specie ai margini della laguna. Una delle bonifiche meglio riuscite è quella di Zignago in quel di Portogruaro tra il fiume Livenza e la foce del Tagliamento, in zona occupata da acque salmastre e da una vallicoltura estensiva. A partire dal 1947 per iniziativa d'una Società anonima creata dal conte Marzotto si è iniziata la trasformazione d'un comprensorio di 1500 ha, un terzo dei quali sono stati bonificati, mentre gli altri sono stati mantenuti ad acqua predisponendo una serie di dispositivi per agevolare la pesca. Il terreno agrario è stato affidato a mezzadri con poderi di 6-8 ha, di cui 3 a seminativo (con prevalenza di barbabietole, mais, erba medica), 2 a frutteto e i a vigneto. Una parte della grande azienda è poi gestita a conduzione diretta con un gran numero di trattori, macchine seminatrici, sili, stalle con mucche di razza canadese pezzata, ecc. la quale assorbe la manodopera esuberante; annesso è un complesso industriale, che è in grado di assorbire nell'impianto enologico, nel frigorifero, nella fabbrica di marmellate l'uva e la frutta prodotta dai contadini. Questa comunità agricola industriale di vaste proporzioni, sorta mediante capitale privato, è un modello del genere e risulta economicamente attiva.