VASTO (A. T., 24-25-26 bis)
Città dell'Abruzzo (provincia di Chieti), situata a brevissima distanza (meno di 1 km. in linea di aria) dall'Adriatico, a circa 110 m. di alt., su una platea di conglomerati sovrapposti ad argille, che a nord, a est e anche a sud-est presenta una cornice o ripa quasi a picco, mentre a ovest si ricollega al pianoro ondulato (140-180 m.) solcato da fossi che si riuniscono a formare il torrente Lebba. La ripa su menzionata è talvolta teatro di frane: un gravissimo franamento avvenne sul lato orientale il 10 aprile 1816, con rovina di un quartiere e danni cospicui alla città, già provata in passato da terremoti, da saccheggi, da incendî. L'abitato attualmente ha una pianta pressoché triangolare con l'ipotenusa verso il mare; centro è il largo L.V. Pudente; nella non lontana Piazza Cavour è situato il Castello che risale al sec. XIII, ma fu più volte diroccato e riparato. La città ha molti notevoli palazzi, chiese e un museo di antichità locali.
Nei secoli XVI e XVII la popolazione di Vasto si mantenne pur attraverso oscillazioni, fra i 3500 e i 5500 ab.; nel sec. XVIII crebbe lentamente fino a raggiungere più tardi, intorno al 1805, i 7200 ab. Nel 1871 ne aveva 13.797, nel 1881 13.883 dei quali 9761 nel centro (diviso nei tre rioni di S. Giuseppe, S. Maria, S. Pietro). La popolazione totale censita nel 1901 fu di 15.538 ab.; nel 1921 discese a 14.366, per effetto soprattutto della forte emigrazione, ma nel 1931 risalì a 16.923. Di questi, il centro principale ne contava 10.512; la Marina, sviluppatasi di recente in prossimità della stazione ferroviaria (linea Ancona-Foggia a circa 2 km. dal centro, ne contava 612. Il resto della popolazione è sparso nel territorio del comune (circa 65 kmq.). Questo è in buona parte costituito da modeste e molli colline, coperte di oliveti, vigneti e campi di cereali; nelle zone bene esposte ci sono anche agrumeti.
Vasto è oggi principalmente un centro agricolo e un mercato per i paesi circonvicini, cui è congiunto da linee automobilistiche.
Monumenti. - Non vi sono più tracce della cinta muraria fatta eseguire da re Teodorico (493) nell'antica Histonium. I monumenti più importanti di Vasto sono le chiese e il castello riferibili al periodo angioino. S. Giuseppe, la cattedrale, fu riedificata intorno al 1293, data che si legge sull'elegante facciata, manomessa quando nel 1896 l'edificio fu ricostruito per intero. Il valore del monumento è tutto nel portale sestiacuto del maestro Rogerio De Fragenis e nel sovrapposto finestrone circolare. Contemporanea alla cattedrale deve ritenersi la chiesa di S. Pietro, le cui memorie rimontano al sec. XI, ricostruita anche questa in tre navate con abside poligonale. La sola facciata ha qualche interesse per la nobile composizione del portale dello stesso maestro De Fragenis e per una grande torre campanaria. Allo stesso tempo deve attribuirsi la chiesa a una navata di S. Antonio, il cui interno fu trasformato nel periodo barocco. L'imponente massa quadrilatera del castello di Vasto fu costruita nel sec. XIII nel quale Guglielmo Scillata teneva questa terra; e infatti la pianta e alcuni particolari conservano i caratteri primitivi. I quattro baluardi angolari sono rettilinei e di poco risaltano dalle mura della cortina. Le arcatelle del coronamento sporgente palesano origine duecentesca. Trasformazioni a uso delle artiglierie avvennero nel 1439, quando Giacomo Caldora munì il castello di sessantasei bocche da fuoco e v'innalzò la torre centrale. Il cortile quadrilatero fu invaso più tardi dalla residenza del governatore ed è ora ridotto a palazzo privato. Nel museo di Vasto si ammirano avanzi di arte antica e frammenti tolti da opere del Medioevo.
Storia. - Chiamato anticamente Histonium, fu città dei Frentani. Menzionata solo dai geografi e negli itinerari, sulla strada statale Aterno-Larino, ebbe notevole sviluppo comunale e demografico. - Municipio romano dal tempo della guerra sociale, inscritto nella tribù Arnense e retta da quattuorviri, si estese tra i monti e il mare, e tra il Biferno e il Sinello. A torto è indicata dal Liber coloniarum (G. Pais) quale colonia.
Nel 589 Autari, re dei Longobardi, aggregò Histonium al ducato di Benevento; ma nell'802, essendosi il duca Grimoaldo III ribellato ai Franchi, succeduti ai Longobardi nel dominio, il capitano di Pipino, Aymone di Dordona, entrò nel ducato con formidabile esercito e stretta d'assedio Histonium, irritato dall'ostinata resistenza che essa gli opponeva, dopo averla presa d'assalto e saccheggiata, la rase al suolo. Vel seguente anno Pipino assegnò la rovinata Histonium in gastaldato allo stesso Aymone di Dordona, il quale, attratto dall'amenità del sito, incominciò a ricostruirla; e dal suo nome la nuova città fu chiamata Guasto di Aymone, cioè residenza del gastaldo Aymone. Fortunose furono le vicende successive attraversate dal Guasto (che per corruzione poi si chiamò il Vasto) che fu devastato dai Saraceni, dagli Ungari, dai Turchi. Giacomo Caldora vi edificò il meraviglioso palazzo dove abitò Vittoria Colonna. La disfida di Barletta ebbe dal Vasto un valoroso campione: Riccio di Parma; e in questa città nacquero Gabriele Rossetti, e i pittori Filippo, Nicola e Francescopaolo Palizzi.
Bibl.: L. Marchesani, Storia di Vasto, Napoli 1838; L. Manzi, L'origine ed i primi secoli d'Istonio, ivi 1880; I. Raimondi, I Frentani, Camerino 1906; Corp. Inscr. Lat., IX, p. 265 segg.; L. Anelli, Ricordi di storia vastese, Vasto 1906; L. C. Gavini, Storia dell'architettura in Abruzzo, Milano-Roma s. a.