vanzinata
s. f. Opera cinematografica dei fratelli Carlo ed Enrico Vanzina, registi, sceneggiatori e produttori.
• Spazio al cosiddetto cinema «di genere» per illustrare la Milano Nera: [...]. C’è anche una «vanzinata» (di Carlo) che ha fatto epoca: martedì 30, «Via Montenapoleone» (1986) con partecipazione straordinaria di Paolo Rossi. (Giancarlo Grossini, Corriere della sera, 17 giugno 2009, Cronaca di Milano, p. 17) • Cinquant’anni fa, e la storia [della «Dolce vita»] pare invece scritta oggi, solo che forse oggi nessun regista saprebbe o vorrebbe renderla così crudele, preferendo magari, dato il soggetto, una allegra vanzinata, certo più consona all’attualità. (Natalia Aspesi, Repubblica, 7 febbraio 2010, p. 1, Prima pagina) • Natale in casa Vanzina, scena prima. Una finestra luminosa sui Parioli: è quella da cui si affacciava il padre ‒ il mitico Steno che diresse [Alberto] Sordi e Totò, il regista di «Un americano a Roma» e di altri cento film ‒ perché da lì osservava i romani, e quando sua moglie gli domandava perché perdesse così il suo tempo rispondeva: «Non vedi che sto lavorando?». Una lunga libreria, strapiena di libri, videocassette e dvd. Sui mobili, dalle cornici d’argento sorridono le mogli e le figlie. Al centro della stanza, un grande tavolo ovale, sul quale sono meticolosamente ordinate pile di fogli A4, sceneggiature che aspettano (e soprattutto sperano) di diventare la prossima «vanzinata». (Sebastiano Messina, Repubblica, 22 dicembre 2013, p. 36, Spettacoli).
- Derivato dai nomi propri (Carlo ed Enrico) Vanzina con l’aggiunta del suffisso -ata2.
- Già attestato nella Stampa del 12 dicembre 1991, p. 20, Spettacoli (Alessandra Pieracci).