AURINA, VALLE (A. T., 17-18-19)
VALLE Valle laterale della Pusteria (Alto Adige) percorsa dal torrente Aurino, affluente di destra della Rienza (Isarco, Adige). È detta in tedesco Ahrntal, dal nome del torrente Ahrn (in ladino Aicha "acqua"); il nome italiano deriva da quello della montagna che accompagna a nord la Pusteria, Aurina mons in qualche documento medievale.
La valle è chiusa dalla Vetta d'Italia (2914 m.), il punto più settentrionale del Regno, e dal Picco dei Tre Signori (3505 m.), tra i quali si apre la Forcella del Picco (Birnlücken, 2671 m.) che conduce nella Krimmler Tal (Salzach). Da entrambi i versanti le montagne scendono sulla valle con pendii molto ripidi, incisi da vallecole laterali di solito molto incassate, divise l'una dall'altra da creste acute. Sono i ghiacciai occidentali del gruppo dei Tre Signori, da cui escono torrenti ricchi d'acque, quelli che nutrono l'Aurino, la cui valle superiore è detta Val di Predoi, dal nome di questo villaggio (ted. Prettau, 1473 m.). Un ripido gradino e dopo di questo un'angusta pittoresca gola dividono il tronco superiore dal tronco medio della vallata, alquanto più aperto, che ha per centro il villaggio di S. Giacomo (1192 m.). A valle di quest'ultimo paese la vallata ha un nuovo gradino, dopo il quale si apre una conca, a fondo pianeggiante, ben coltivata e frequente di abitati; il maggiore è Lutago (970 m.). Quivi l'Aurino è arricchito a destra dai tributi dei ghiacciai del gruppo del Sasso Nero (3370 m.). Più in basso il torrente si restringe ancora in una gola fiancheggiata da pareti rocciose e occupata dal bosco fin quasi all'alveo del torrente; poi si apre nuovamente l'ampia conca di Campo Tures dove l'Aurino è raggiunto dal torrente di Val Riva e poco più sotto dal Rio dl Selva; il tronco inferiore della vallata, che ha direzione meridiana, si chiama Val di Tures. L'Aurino confluisce nella Rienza poco a valle di Brunico.
Nella valle Aurina le colture - tra le quali è caratteristica quella del papavero - non risalgono, se non in lembi isolati, oltre la conca di Lutago. Il bosco copre ancora aree assai estese, soprattutto sul versante destro, dove, sui pendii non troppo ripidi, si spinge fino a 2100 m. e più. I centri abitati in permanenza si allineano sull'asse della valle; i maggiori sono Lutago, S. Martino, S. Giovanni, Cadipietra, S. Giacomo e S. Valentino o Predoi; quasi tutti constano di varî gruppi di case, sparsi lungo il fiume o su ripiani a breve distanza da quello; il più elevato è il casale di S. Spirito (Heiligengeist) sopra Casere (1624 m.). Sui fianchi della valle, sopra il limite del bosco, sono frequenti le malghe o alpi; talune di esse arrivano oltre i 2200 m. Nella valle erano un tempo miniere di rame, delle quali una, presso S. Giovanni, era sfruttata ancora un quarto di secolo fa. Ma oggi l'industria mineraria è cessata, e l'economia della vallata s'impernia sullo sfruttamento del bosco e sull'allevamento bovino. Merita peraltro menzione, tra le piccole industrie domestiche, quella dei merletti, concentrata a Predoi.
Una strada rotabile, assai stretta, risale da Campo Tures fino a Casere; essa è continuata da una mulattiera che, per la Forcella del Picco, conduce a Krimml (ferrovia); ma il traffico attraverso la Forcella è limitatissimo. Gli altri passaggi alle valli contigue sono ancor meno frequentati o hanno solo importanza turistica. Per il turismo alpino la valle ha notevole interesse, perché apre l'accesso ai gruppi del Sasso Nero, della Vetta d'Italia e dei Tre Signori; abbastanza numerosi sono perciò i rifugi alpini; il più alto è il Rifugio Vittorio Veneto al Sasso Nero (2923 m.).