UZBECHI
Popolazione turca dell'Asia Centrale. Il nome esatto è Özbek, che alcuni spiegano con i vocaboli turchi öz "proprio, di sé" e bek "signore", quindi nel senso di "signore di sé"; pare derivato dal nome di Özbek Khān, sovrano dell'Orda d'Oro fra il 1312-1313 e il 1340.
Dal sec. XV il nome Özbek appare applicato a una grande frazione dei Turchi già conglobati nell'Orda d'Oro e poi nel regno mongolo di Tīmūr (Tamerlano) e dei suoi successori e precisamente ai Turchi nomadi impadronitisi della Transoxiana nel territorio che negli ultimi secoli si è chiamato Turkestan. Özbek diventò il nome di un nuovo stato turco, fondato da Abū 'l-Khair (morto nel 1469) e consolidato da Mohammed Abū 'l-Fatḥ Shaibānī (1451-1530), donde il nome di Shaibānī o Shībānī dato alla dinastia che regnò per più di un secolo. Lo stato o confederazione turca degli Özbek dominò nel Turkestān (Samarcanda e Buchara) e nel Khwārizm (Chiva); gli Özbek avevano la direzione militare e politica e tenevano soggetta la popolazione sedentaria dei Tagīk (di lingua iranica) e dei Sarti (di lingua turca), a sud e a ovest avevano confinanti i Turkmeni (Türkmen) delle steppe, che arrivavano ai confini della Persia, dove s'era costituito lo stato dei Ṣafawidi; a nord dovevano respingere gli attacchi dei nomadi Qazāq ("dissidenti, fuggiaschi", nome dato dal sec. XV a popolazioni turche separatesi dal complesso degli Özbek); ad est erano i Kirghisi e i mongoli Qalmuq; al sud l'Āmū-daryā li divideva dall'Afghānistān e dall'impero mongolo dell'India.
Nello stato uzbeco, completamente musulmano, si mantenne una notevole attività letteraria turca uzbeca (detta anche impropriamente ciaghatai, denominazione che meglio va riferita alla lingua letteraria e alla letteratura turca del Turkestan dei secoli XIV-XV). Abū'l-Ghazī Bahādur (morto nel 1663), Khān di Chiva, compose in turco uzbeco una storia di Genghīz Khān e dei suoi successori (Tīmūr e Timuridi) fino al suo tempo; s'intitola Shagarat al-Atrāk "L'albero (genealogico) dei Turchi", che è stata pubblicata con traduzione dal Desmaison a Pietroburgo nel 1871-74 (esistono anche una traduzione inglese di Miles, Londra 1838, e una in turco osmanli di Rizā, Costantinopoli 1925).
I due khanati più importantì degli Öcbek, ridottisi a Chiva (Khwārizm) e Buchaira si mantennero indipendenti fino a metà dello scorso secolo, ma non resistettero all'urto dei Russi, i quali sottomisero a protettorato nel 1868 il khanato di Buchara e nel 1873 quello di Chiva. L'ultimo khān di Buchara, ‛Ālim Khān, fu espulso dai Bolscevichi nel 1920 e riparò a Kābul nell'Afghānistān; l'ultimo khān di Chiva, sayyid ‛Abdallāh Khān, arrestato nel 1920 e condotto a Mosca, vi morì in prigione. Gli Özbek formano ora la maggior parte degli abitanti della Repubblica Socialista Sovietica dell'Uzbekistan (v.). I Tagīk del Turkestan già sottomessi agli Özbek formmo ora una repubblica autonoma.
Gli Uzbechi parlano un dialetto turco appartenente al ramo ciaghataico, il quale, insieme col Taranči, forma il gruppo dei dialetti turchi dell'Asia centrale (v. turchi: Lingue). Nel ramo ciaghataico l'uzbeco sta col Sarto, ed è parlato da circa due milioni d'individui, in varietà dialettali lievemente differenziate l'una dall'altra. L'Uzbeco, che da pochi anni è divenuta la lingua ufficiale dell'Uzbekistan, ha una considerevole letteratura di carattere popolare che in gran parte continua le tradizioni dell'antica letteratura ciaghataica (cfr. ciaghataico, X, p. 183).
Bibl.: E. D. Polivanov, Kratkaja grammatika uzbekskogo jazyka, Taškent 1926; K. D. Gromatovič, Russko-uzbekskij slovar', ivi 1930; K. Judachin, Uzbeksko-russkij slovar', ivi 1927.