unionista
s. m. e f. e agg. Sostenitore dell’Unione europea; relativo a tale Unione.
• Più conterà il Parlamento, più saranno possibili politiche comuni economiche e sociali. L’ondata di neo-nazionalismo, alla fine, non conviene a nessuno in Europa. Ma certo i più forti possono difendersi meglio da soli. Poi, naturalmente, c’è la scelta di chi mandare a Bruxelles-Strasburgo. È assai probabile che, dopo queste elezioni, le tradizionali linee di confine, centrodestracentrosinistra, scoloriranno per far posto nel nuovo Parlamento ad una inquietante frontiera di opposizione tra «unionisti» e «anti-unionisti». (Andrea Manzella, Repubblica, 7 giugno 2009, p. 25, Commenti) • Il premier italiano [Enrico Letta] fa sfoggio di tutta la sua fede «unionista»: «Il messaggio alle elezioni è che vogliamo costruire un’Europa federale», una comunità politica e non solo economica. Un «sogno» che deve proiettarsi in un orizzonte decennale e che deve avere come capofila Roma, Berlino e Parigi: «Siamo noi tre a doverci assumere doveri di solidarietà e responsabilità globali», incalza il premier. (Marco Iasevoli, Avvenire, 15 novembre 2013, p. 7, Primo piano) • l’avversione per l’Europa è così diffusa da essere diventata in poco tempo pressoché maggioritaria, anche da noi. E quindi, dopo essere stato il Paese più unionista di tutti, anche l’Italia si allinea a una tendenza generale di disaffezione e ostilità nei confronti delle istituzioni comunitarie, come avviene in Francia, Olanda e Austria e, in misura diversa, Inghilterra. A ben vedere, solo la Germania è rimasta europeista… (Alessandro Dal Lago, Secolo XIX, 3 aprile 2014, p. 3, Primo piano).
- Nuovo significato del già attestato s. m. e f. e agg. unionista.
- Già attestato nella Repubblica del 14 giugno 1992, p. 9 (Franco Papitto).