umido
Aggettivo o nome comune (questo, a quel che sinora consta, non attestato prima di D.), assente nel rimatore e circoscritto ad appena due casi del poema, trova un più largo impiego nella prosa del trattato. Il suo valore costante (più o meno " impregnato, saturo di acqua o di liquido ") corrisponde al contrario di ‛ secco ', con cui u. è sovente associato, anche in parallelo al binomio ‛ freddo '-‛ caldo '.
In Cv III IX 12 ricorre insieme quale epiteto e quale sostantivo per indicare la qualità e la sostanza del " vapore acqueo " (il ‛ vapor humidus ' di Alberto Magno, " lo vapore umido " di Ristoro), in relazione a ‛ mezzo ' nel noto valore dantesco di questa parola, " aria ", " atmosfera ": Transmutasi anche questo mezzo di sottile in grosso, di secco in umido, per li vapori de la terra che continuamente salgono: lo quale mezzo, così transmutato, transmuta la imagine de la stella che viene per esso, per la grossezza in oscuritade, e per l'umido e per lo secco in colore.
Alla luce di questo passo, stupendo per lucidità intellettuale, meglio s'intendono i due celebri della Commedia: Pg V 110 ne l'aere si raccoglie / quell'umido vapor che in acqua riede, / tosto che sale dove 'l freddo il coglie (la teoria della formazione della pioggia vi è parimenti desunta da Arist. Meteor., attraverso l'esegesi del Medioevo); e soprattutto XVII 4, per i vapori umidi e spessi della nebbia sulla montagna.
Non è invece necessariamente legato all'umidità atmosferica in Cv III IX 14 a guisa che fa la nostra lettera in su la carta umida, dove varrà semplicemente " bagnata ".
Sostantivo, nella locuzione scientifica umido radicale (IV XXIII 7), di matrice aristotelico-tomistica (Sum. theol. I 119 1 ad 3, citato da Busnelli-Vandelli, " ad humidum radicale intelligitur pertinere totum id in quo fundatur virtus speciei "), per " umore vitale ", " quello che è nella sostanza degli esseri viventi ", ripresa fedelmente da Sacchetti e Saviozzo ma dal Boccaccio (Dec. IX 10 20) convertita a significato scherzoso.
Sempre connesso a una delle quattro contrarie qualitadi del macrocosmo e del microcosmo (attinenti agli elementi costitutivi, da Empedocle in poi, dell'universo e della natura), nella fattispecie rapportate alle corrispondenti etadi dell'umana vita secondo le concezioni mediche medievali (da Galeno e Avicenna fino ad Alberto Magno), in Cv IV XXIII 13 La prima è Adolescenza, che s'appropria al caldo e a l'umido... La quarta si è Senio, che s'appropria al freddo e a l'umido. Il concetto si precisa meglio in XXIV 5 la nostra natura... a lo scendere raffrena, però che lo caldo naturale è menomato, e puote poco, e l'umido è ingrossato (non per[ò] in quantitade, ma p[ur] in qualitade, sì ch'è meno vaporabile e consumabile), dunque oltre la senettute rimane de la nostra vita forse in quantitade di diece anni, o poco più o poco meno: e questo tempo si chiama senio: ove lo squilibrio nel rapporto organico fra ‛ calore ' e ‛ umore ' naturali (o radicali) risale testualmente alla formulazione di Alberto Magno De Morte et vita (" cum in aliis praecedentibus aetatibus eductum sit humidum, cum quo et exspiravit calidum ") e De Meteoris (" calor enim diu agens in humidum commixtum, tales effectus relinquit in ipso, scilicet grossius et siccius et lenius "), citati da Busnelli-Vandelli.