Hutten, Ulrich von
Umanista e politico tedesco (castello di Steckelberg, Fulda, 1488-isola di Ufenau, Lago di Zurigo, 1523). Dedicatosi agli studia humanitatis, viaggiò a lungo per la Germania, l’Austria e l’Italia, legandosi di amicizia con Erasmo e altri umanisti del tempo. Quando tornò in Germania, verso la metà del 1517, era già uno scrittore famoso, e l’imperatore Massimiliano I il 12 luglio di quell’anno lo coronò ad Augusta poeta laureatus. Ripreso il servizio alla corte dell’arcivescovo di Magonza, come suo legato fu in Francia e alla Dieta di Augusta (1517-18). Ma l’atteggiamento di sempre più aperta ribellione nei riguardi di Roma lo portò a cercare nuove intese fra coloro che sentiva più disposti a lottare per l’affermazione della dignità nazionale tedesca. Si avvicinò allora al cavaliere Franz von Sickingen nella speranza che un’azione militare potesse portare al rinnovamento dell’impero; ma l’impresa militare di Sickingen contro l’arcivescovo di Treviri finì in una totale sconfitta (1522), e tutti gli spiriti sulla cui volontà innovatrice H. aveva contato, Erasmo in testa, finirono col ricusare ogni rapporto col ribelle Hutten. Prima testimonianza di una pubblicistica dichiaratamente politica fu la Exhortatio et carmina ad Maximilianum Caesarem (1512), pressante sollecitazione rivolta all’imperatore perché operasse per la grandezza della patria tedesca, combattendone i nemici che sedevano in Roma. Al ritorno dal primo viaggio in Italia (1513) scriveva Ad Caesarem Maximilianum epigrammatum liber, dove in tono ancor più pungente ritornava sullo stesso argomento: esemplare l’epigramma De Julii perfidia, dedicato al papa allora regnante. Nel 1517 pubblicò il Phalarismus, primo dei suoi dialoghi – genere nel quale fu maestro –, tutti caratterizzati dalla polemica verso Roma. Negli ultimi anni della sua breve vita, H. tentò di avvicinarsi a M. Lutero, del cui operato ora riconosceva la carica rivoluzionaria, anche in senso politico.