VENTRIGLIA, Ugo
– Nacque a Roma il 2 ottobre 1916 da Gaetano, di origine napoletana e telegrafista presso il ministero degli Esteri, e da Cornelia Huber.
Quarto di quattro fratelli, di cui due morti prematuramente (Fausto nella prima infanzia, Silvio disperso al fronte durante la seconda guerra mondiale), compì gli studi giovanili presso il liceo Giulio Cesare di Roma. Nonostante le modeste disponibilità della famiglia poté frequentare, come il fratello maggiore Franco, l’Università La Sapienza di Roma grazie ai sacrifici del padre, che per incrementare le entrate faceva turni di lavoro straordinari notturni; ciò inculcò nei figli un forte senso del dovere. Il primogenito si laureò in architettura, Ugo in ingegneria mineraria con il massimo dei voti nell’anno accademico 1939-40, con una dissertazione sul tema Genesi di giacimenti bauxitici, con progetto di utilizzazione di un’area bauxitica campana. Successivamente conseguì una seconda laurea in fisica. Svolse il servizio di leva tra il gennaio del 1942 e l’8 settembre 1943 presso il reparto del genio militare a Pavia. Da neolaureato, Ugo ottenne dapprima una borsa di studio presso l’ateneo romano, finanziata dalla società Montecatini, e fu quindi assunto come assistente straordinario presso l’istituto di geologia applicata e giacimenti minerari della facoltà d’ingegneria. Qui svolse, tra il 1940 e il 1955, le mansioni di assistente ordinario e, conseguita la libera docenza, di professore incaricato. Egli faceva parte della leva di allievi di Francesco Penta, titolare della cattedra di geologia applicata e direttore dell’istituto, tra cui si menzionano anche Bruno Conforto e Filippo Falini, prematuramente scomparsi nel 1963 in un incidente di elicottero durante una ricognizione all’indomani del disastro del Vajont.
Nel 1955 Ventriglia passò all’istituto di mineralogia della facoltà di scienze della Sapienza con la nomina ad assistente ordinario di mineralogia e a professore incaricato di vulcanologia. Nello stesso anno si unì in matrimonio a Roma con Tina Rosati, da cui ebbe i cinque figli Fausta, Flavia, Silvio, Francesco e Gaetano.
Dopo aver vinto il concorso per professore di mineralogia si trasferì nel 1958 all’Università di Bari, presso la facoltà di scienze. Nel 1961 fu richiamato a Roma, presso l’istituto di geologia applicata della facoltà di ingegneria, dove trascorse il resto della sua lunga carriera; dopo oltre trent’anni di attività, nove dei quali come direttore di istituto, nel 1991, al compimento del settantacinquesimo anno, fu infine collocato a riposo.
La produzione scientifica di Ventriglia è composta da un numero contenuto di pubblicazioni, vertenti su temi mineralogici, vulcanologici, di risorse minerarie e applicativi; le più celebri sono, però, le monumentali monografie sulla geologia di Roma e provincia, ricche di appendici di dati e di cartografie tematiche, frutto di anni di ricerca, catalogazione e omogeneizzazione delle informazioni e di accurata analisi bibliografica. Nella seconda parte del XX secolo egli impostò così, nel laboratorio naturale di Roma, la moderna geologia e idrogeologia delle aree urbane, con impostazione prettamente applicativa a supporto delle opere di ingegneria. Nei decenni successivi, il contributo di Ventriglia alle conoscenze geologiche su Roma trovò un contraltare nel lavoro indipendente e complementare di Renato Funiciello, studioso della generazione successiva, che si distinse invece per l’approccio innovativo basato sull’integrazione multidisciplinare dei dati sulle aree urbane.
La prima delle monografie fu La regione vulcanica dei Colli Albani, redatta con Mario Fornaseri e Antonio Scherillo ed edita dal CNR (Roma 1963), che vinse il premio del ministro della Pubblica Istruzione per la geologia, paleontologia e mineralogia per il 1965. A partire dagli anni Settanta, Ventriglia instaurò un rapporto di collaborazione con la Provincia di Roma, protrattosi per un trentennio, nel corso del quale fece dono dei suoi lavori sulla città e sul territorio provinciale all’Ente locale, che assunse l’onere di pubblicarli in volumi speciali corredati da cartografie tematiche. Nel 1971, in occasione del centenario della costituzione della Provincia, fu edita, a cura della Provincia di Roma, La geologia della città di Roma, un volume di sintesi con carte allegate, che per studiosi e tecnici fu riferimento bibliografico fondamentale e unico per un quarto di secolo, mantenendo la sua validità anche dopo l’uscita di La geologia di Roma. Il centro storico (a cura di R. Funiciello, in Memorie descrittive della Carta geologica d’Italia, L, Roma 1995). Circa vent’anni dopo fu pubblicata, in quattro distinti volumi, la nuova opera di Ventriglia Idrogeologia della provincia di Roma (I, Regione tolfetana, Roma 1988; II, Regione vulcanica sabatina, Roma 1989; III, Regione vulcanica dei Colli Albani, Roma 1990; IV, Regione orientale, Roma 1990), realizzata con la collaborazione di vari allievi, tra cui Maurizio Sciotti, Biagio Camponeschi, Pier Paolo Mattias e Leonardo Lombardi, e dell’Ufficio geologico provinciale.
L’imponente raccolta sistematica, finalizzata alla conoscenza delle risorse idrogeologiche e della circolazione idrica superficiale, contiene in ogni volume un repertorio catalogato di dati del sottosuolo e come allegati carte tematiche a larga scala che coprono oltre 5300 km2 di superficie (Carta litostratigrafica 1:100.000; Carta idrogeologica 1:50.000; Carta delle manifestazioni di acque termominerali e di acque mineralizzate fredde 1:100.000; Carta delle acclività 1:50.000; Carta dei dissesti 1:100.000; Carta della distribuzione di cave e miniere 1:100.000). Anche quest’opera, a distanza di decenni e nonostante il progresso delle ricerche, resta una pietra miliare.
Dopo il suo collocamento a riposo nel 1991 Ventriglia si mantenne attivo dedicandosi ad approfondire il tema centrale dei suoi studi, ampliando il lavoro del 1971 per coprire l’intero territorio della capitale. Dopo oltre dieci anni di minuziosa catalogazione e organizzazione di nuovi dati sul sottosuolo egli, all’epoca ottantaseienne ma ancora brillante ed energico, diede alle stampe la sua ultima opera Geologia del territorio del Comune di Roma (Roma 2002), ancora una volta pubblicata dalla Provincia, contenente undici tavole litostratigrafiche alla scala 1:20.000, che coprono 1287 km2 di superficie, la carta dei bacini idrografici e la carta delle cavità sotterranee; ne fu realizzata, con la lungimirante approvazione dell’autore, anche una versione multimediale su CD-ROM (a cura del Servizio geologico della Provincia di Roma e del Dipartimento di scienze geologiche dell’Università degli studi Roma Tre, 2002).
Qualche anno dopo vennero pubblicati, nel contesto del progetto CARG (Cartografia Geologica), il nuovo foglio Roma della Carta geologica d’Italia alla scala 1:50.000 a cura del Servizio geologico d’Italia (Roma 2008) e gli studi del gruppo interistituzionale coordinato da Funiciello, Antonio Praturlon e Guido Giordano del Dipartimento di scienze geologiche dell’Università Roma Tre, che apportarono una nuova visione dell’evoluzione e dell’assetto geologico dell’area romana; ciò nonostante, la produzione scientifica di Ventriglia si mantiene attuale e valida nel tempo grazie alla centralità dei dati scientifici omogenizzati e organizzati, il cui valore resta inalterato indipendentemente dalle interpretazioni.
Dal 1945 aderì alla Società geologica italiana. Nell’ambito del CNR fu membro permanente dal 1961 della Commissione di studio per le norme relative ai materiali stradali e costruzione e manutenzione strade, nonché direttore del Centro studi per la geologia tecnica, allocato presso l’istituto di geologia applicata della Sapienza. Fu anche membro del Comitato geologico, da cui si dimise nel 1964.
Nel corso della sua carriera Ventriglia prestò, parallelamente alle funzioni accademiche, consulenze geologico-tecniche a enti statali, locali e parastatali in Italia e all’estero. In questa lunghissima esperienza tecnico-professionale, tra gli anni Cinquanta e i primi anni Novanta, acquisì e catalogò l’enorme mole di dati e conoscenze sul territorio romano, confluite nelle monografie citate.
Nella città di Roma operò su importanti temi geologico-applicativi: dissesti alla chiesa di S. Pietro in Montorio, su incarico del genio civile; studio dei terreni di fondazione del Poligrafico dello Stato, di vari edifici dell’Università La Sapienza e dell’Università Tor Vergata, in fase di costruzione nei primi anni Ottanta. Dal Comune di Roma fu interpellato per gli interventi sulla galleria del Tabularium nel Palazzo senatorio, per la sistemazione urbanistica di piazza Vittorio Emanuele II e per la realizzazione e il monitoraggio della costruzione di vari tratti della rete metropolitana. La Provincia di Roma si avvalse della sua esperienza per la risoluzione di problemi geologico-tecnici connessi a dissesti sulla rete viaria provinciale e a instabilità del sottosuolo per presenza di cavità sotterranee, nonché quale membro del Comitato scientifico per il Piano territoriale di coordinamento. Dall’ENEL ricevette incarichi per la costruzione di dighe e centrali elettriche in Calabria, per la galleria del Furlo e per dissesti presso la centrale di Nazzano; la Cassa per il Mezzogiorno lo volle come consulente per la realizzazione della superstrada Ascoli Piceno-Norcia. Con Filippo Falini fu perito processuale dopo la tragica esplosione nella miniera di Morgnano (Perugia) del 22 marzo 1955; nello stesso anno il genio civile di Chieti lo incaricò dello studio dei fenomeni di dissesto in atto che causarono poi la grande frana di Vasto, verificatasi il 22 febbraio 1956, senza causare vittime grazie alla preventiva evacuazione della zona del centro storico interessata. Ventriglia operò anche all’estero per valutazioni sulle potenzialità geotermiche in Nicaragua (1966) e per la caratterizzazione geologico-tecnica della zona industriale di Maluku in Zaire (1971-72).
Morì a Roma il 28 maggio 2005.
Nel 2007 la Provincia di Roma istituì in sua memoria delle borse di studio per giovani laureati in discipline scientifiche applicate al territorio.
Opere. Oltre a quelle citate, si ricordano: Sulla continuità delle variazioni chimico-strutturali dei diversi minerali argillosi, in Bollettino della Società geologica italiana, LXIV (1945), pp. 52-60; Contributo alla conoscenza delle argille dal punto di vista petrografico, genetico ed applicativo, in Ricerca scientifica e ricostruzione, XVII (1947), 12, pp. 2027-2030; Manifestazioni di idrocarburi in territorio dei comuni di Spineto, Colle d’Anchise, in provincia di Campobasso, in Atti del Congresso minerario italiano... 1948, Iglesias 1950, pp. 265-271; Rilievo geologico dei Campi Flegrei: zona centrale, fra la direttissima Napoli-Roma e la collina dei Camaldoli, in Bollettino della Società geologica italiana, LXIX (1950), pp. 265-334; Indagine sulla variazione della direzione di magnetizzazione delle rocce vulcaniche. Colata di lava di Capo di Bove - Roma, in Atti dell’Accademia nazionale dei Lincei. Rendiconti della classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 8, VII (1963), 1, pp. 3-22 (con A. Cundari); Le rocce ignee alla Punta delle Pietre Nere presso Lesina (provincia Foggia), in Periodico di mineralogia, XXXIII (1964), 2-3, pp. 337-395 (con M. Amendolagine - L. Dell’Anna).
Fonti e Bibl.: A. Argentieri, U. V., pioniere dell’idrogeologia delle aree urbane nel laboratorio naturale di Roma, in Acque sotterranee - Italian Journal of groundwater, IV (2015), 142, pp. 79-81; A. Argentieri et al., Natural and anthropogenic cavities and sinkholes in Rome metropolitan area: from geological and speleological research to land management, in Rendiconti online della Società geologica italiana, XLIV (2018), pp. 104-111. Si ringrazia la famiglia Ventriglia per la collaborazione.