UGO di San Vittore
Teologo e filosofo scolastico, il quale, con lo scozzese Dichard, è il principale rappresentante della scuola Vittorina. Poco si sa della sua vita; proveniva con ogni probabilità da una ragguardevole famiglia sassone e doveva essere nato alla fine del sec. XI (1096). La prima educazione pare gli venisse impartita nel monastero agostiniano di S. Pancrazio in Hamersleben, presso Halberstadt, ai cui abitanti dedicò in seguito il Soliloquium de arrha animae. Nel 1116 entrò nell'abbazia dei canonici regolari agostiniani di S. Vittore a Parigi, fondata da Guglielmo di Champeaux. Ivi lo seguì poi suo zio Ugo, già arcidiacono di Halberstadt. A S. Vittore svolse la propria attività sino alla morte; già nel 1130 vi insegnava teologia; ricevette probabilmente nel 1133 la carica di priore, sotto l'abate Gildouin. La sua morte, avvenuta l'11 febbraio del 1141, è descritta nel bel rapporto fattone nell'Infirmarius Osbertus (P. L., 175, coll. 161-163).
I suoi scritti rivelano uno stile scientemente curato, per cui vanno annoverati tra le prose d'arte latine del Medioevo. Nella sua opera teologica fondamentale, De sacramentis christianae fidei, U. dimostra una potenza di sistematizzazione e di speculazione teologica straordinaria per l'epoca. Presentò il corso storico del concetto di redenzione in un sistema chiuso, al cui centro domina la figura del redentore Gesù Cristo. La creazione e l'antico patto sono la preparazione alla venuta di Cristo; chiesa, fede, gerarchia, sacramenti e santificazione sono gli effetti dell'opera di redenzione di Cristo. Scopo principale degli scritti di carattere ascetico è di preparare gli animi alla recezione della sapienza divina e dell'amore. U. è uno dei più amati e più influenti scrittori del Medioevo, lo dimostra il cospicuo numero di manoscritti conservatici. Il catalogo delle opere di U., presto diffuse per mezzo della stampa, non è ancora sicurissimo nonostante gli sforzi dell'Oudin, di B. Haurèau, di I. de Ghellinck e di altri. Nelle edizioni correnti molte opere sono false o di dubbio valore, lo stesso testo spesso non è sicuro. Tra le opere autentiche vengono qui citate le più importanti.
Didascalion (autentico l. 1 - l. b. c. 13). È un'introduzione allo studio scientifico e un'esposizione del metodo di studio. I primi libri trattano delle arti liberali e meccaniche e del metodo dello studio, gli ultimi tre della teologia e dello studio delle sacre scritture. Il De sacramentis christianae fidei (c. 1135-1140) tratta in due libri dell'insieme della dottrina cristiana; l'esposizione sistematica speculativa predomina sulla dimostrazione positiva. Nelle intenzioni di U. detta opera, seguito del Didascalion, doveva servire d'introduzione e d'orientamento allo studio delle Sacre Scritture e dei padri della Chiesa. Il commento alla Hierarchia caelestis dello pseudo-Dionisio contribuì alla diffusione delle idee neoplatoniche. Carattere ascetico-mistico ha lo scritto De Arca Noeh, a cui ben presto seguì De Arca Noeh mystica (c. 1130). U. vi tratta principalmente della casa che la Sapienza divina si costruisce nell'anima del giusto. L'Expositio in regulam Sancti Augustini godé di particolare fortuna presso l'ordine che aveva scelto a base della propria costituzione la regola di S. Agostino; molto usate furono pure le omelie sull'Ecclesiaste.
Tra gli scritti minori si citano: De sapientia animae Christi, dedicato da U. alla questione allora molto dibattuta se la conoscenza dell'anima di Cristo fosse o no infinita; De arrha animae.
Sono da escludere definitivamente dai suoi scritti la Summa sententiarum (PL, 176, coll. 41-174), forse di Oddone vescovo di Lucca; le Allegoriae Veteris et Novi Testamenti (PL, 176, coll. 633-924) e le Exemptiones priores (PL, 177, coll. 921-284) sono di Riccardo da S. Vittore, successore di U. nella direzione della scuola.
Edizioni delle opere: Parigi 1518, 1526; Venezia 1588; Magonza 1617; Colonia 1617; Rouen 1648; edizione riveduta e accresciuta a cura di Migne, Patrol. lat., 175-177.
Bibl.: Per la vita e le opere: B. Hauréau, Les oeuvres de Hugues de Saint-Victor, Parigi 1886 (fondamentale, ma non del tutto conclusivo); I. de Ghellinck, La table des matières de la première édition des oeuvres de Hugues de St. Victor, in Rech. de science religieuse, I (1910), pp. 280-79, 385-96; A. Wilmart, O. S. B., Opuscules choisis de Hugues de Saint-Victor, in Rev. Bénédictine, XLV (1933), pp. 242-48; L. Ott, Untersuchungen zur theologischen Briefliteratur der Frühscholastik unter besondern Berücksichtigung des Viktorinerkreises, in Baeumker Beiträge, XXXIV, Münster 1937.
Per la dottrina: I. Bach, Die Dogmengeschichte des Mittelalteres, II, Vienna 1875, pp. 309-367; F. Vernet, Hugues de Saint-Victor, in Dict. Théol. Cath., VII (1922), pp. 240-308; A. Mignon, Les origines de la scolastique et Hugues de Saint-Victor, Parigi 1895; H. Ostler, Die Psychologie des Hugo von St. Viktor, in Baeumker Beiträge, VI, iv-v, Monaco 1906; I. Kilgenstein, Die Gotteslehre des Hugo von S. Victor, Würzburg 1898; H. Weisweiler, Die Wirksamkeit der Sakramente nach Hugo von St. Viktor, Friburgo in B. 1932; L. Ott, Untersuchungen (op. cit. 348-456); Bulletin de Théol. Anc. et Méd., 1929 segg.