ARATA, Ubaldo
Nato a Ovada (Alessandria) il 23 maggio 1895, abbandonò ben presto gli studi universitari per dedicarsi al cinema, con il quale, lavorando saltuariamente, aveva rapporti fin dal 1911, allorché era nella "Aquila - film" di Torino come aiuto operatore; nel 1915 fu promosso operatore e, in seguito, lavorò per la "Italia" e la "Fert", mostrando di possedere già in larga misura quelle che saranno poi le sue doti più caratteristiche, vale a dire un ottimo mestiere e una fermissima serietà professionale. Questo gli permise di avere sempre molto lavoro, anche quando, nel primo dopoguerra, una profonda crisi dilaniò il cinema italiano. Dal 1925 al 1929 lavorò per la "Pittaluga" di Torino e poi per la "Cines-Pittaluga", la casa che costituì in Italia il primo serio tentativo di rinascita del cinema in coincidenza con l'avvento del sonoro. L'A. fu uno dei migliori operatori di questo felice momento: difatti, e non a caso, fu l'operatore del primo film sonoro italiano, La canzone dell'amore di G. Righelli (1930), cominciando a rivelare una cura dell'immagine incisiva ed estremamente plastica e la sua firma apparve in molti dei film più significativi dell'epoca (Rotaie, 1929-30; La Signora di tutti, 1934; Passaporto rosso, 1935; Luciano Serra, pilota, 1938). Dopo la chiusura della "Cines", collaborò con alcuni indipendenti, finché nel 1939 firmò un importante contratto con la "Scalera-film" di Roma.
Dal 1943 fino alla liberazione di Roma (4 giugno 1944) fu costretto all'inattività, ma tornò sulla breccia con Roma città aperta (1945) di Rossellini; in questo film la tecnica dell'A. contribuì non poco a raggiungere filmicamente, con la perfetta armonia dei contrasti, la cruda essenzialità e la drammatica espressività del linguaggio neorealistico; e non si èforse lontani dal vero nell'affermare che Rosselláni, per realizzare il suo capolavoro, trovò nell'A. il collaboratore perfetto: l'immagine limpidissima, mai turbata dal calligrafismo, ed il sapiente e misurato uso dei bianchi e dei neri costituiscono ancor oggi un esempio di stile che alla realtà è profondamente legato.
Morì a Roma il 7 dic. 1947, quando aveva appena iniziato il film Cagliostro, diretto da Gregory Ratoff.
Filmografia essenziale: 1918, Il Matrimonio d'Olimpia di G.Zambuto; 1919, L'Orizzontale di G. Righelli; 1920, Zingari di M. Almirante; 1923, La Piccola parrocchia di M. Admirante; 1924, L'Arzigogolo di M. Almirante; 1924-25, Maciste all'inferno di G. Brignone; 1927, Beatrice Cenci di B. Negroni; 1928, Il Vetturale del Moncenisio di B. Negroni; 1929-30, Rotaie di M. Camerini; 1930, La canzone dell'amore di G. Righelli; 1932, La Wally di G. Brignone; 1933, T'amerò sempre di M. Camerini; 1934, La Signora di tutti di M. Ophüls; 1935, Passaporto rosso di G. Brignone e Aldebaran di A. Blasetti; 1936, Re di denari di E. Guazzoni; 1938, Luciano Serra, pilota di G. Alessandrini e Jeanne Doré di M. Bonnard; 1939, La Vedova di G. Alessandrini; 1940 La Rosa di sangue di J. Choux e Tosca di C. Koch e J. Renoir; 1941, Il re si diverte (Rigoletto) di M. Bonnard; 1942, Una Signora dell'Ovest di C. Koch, Perdizione di C. Campogalliani e I due Foscari di E. Fulchignoni; 1942-43, Carmen (ed. 1944-45) di C. Jacque; 1945, Roma città aperta di R. Rossellini e La vita ricomincia di M. Mattoli; 1946, Adultera di D. Coletti; 1947, Cagliostro ovvero Black magic (ed. 1949) di G. Ratoff.
Bibl.: L. Freddi, Il cinema, II, Roma 1949, p. 193; C. Lizzani, Il cinema italiano, Firenze 1953, sub voce; M. Gromo, Cinema italiano, Roma 1954, p. 91; Encicl. dello Spettacolo, I, Roma 1954, col. 780; Film lexicon delle opere e degli autori, I, Roma 1958, coll. 205 ss.