turboalternatore Alternatore azionato da una turbina a vapore o a gas e a questa direttamente accoppiato. Per l’elevata velocità di rotazione dei motori termici a turbina, i t. debbono avere caratteristiche particolari. Il rotore (induttore) presenta un diametro limitato e viene ricavato in un solo pezzo con l’albero da un cilindro di acciaio al Ni-Cr di elevata resistenza; la sua equilibratura statica e dinamica deve essere molto accurata; il numero di poli è di 2 o 4, così che la frequenza normalizzata di 50 Hz delle forze elettromotrici generate si raggiunge rispettivamente a 3000 o a 1500 giri/min. La forma dei t. si differenzia da quella degli alternatori a poli sporgenti (➔ alternatore) per avere un rapporto lunghezza-diametro del rotore particolarmente elevato. Negli anni 1980, a seguito del continuo aumento delle potenze unitarie dei gruppi termoelettrici e nucleotermoelettrici, sono stati costruiti t. fino a potenze di circa 1400 MVA nel caso di macchine a 4 poli e a potenze di circa 1000 MVA per macchine a 2 poli. Date le elevate potenze in gioco, la massima attenzione va rivolta oltre che agli ancoraggi delle testate, per le elevate azioni elettrodinamiche in caso di corto circuito, anche al sistema di raffreddamento, che per le macchine più grandi è effettuato asportando il calore dei circuiti statorici con una circolazione di acqua demineralizzata all’interno dei conduttori stessi (si possono così raggiungere densità di corrente di 8 A/mm2), mentre il calore dissipato nel nucleo ferromagnetico dello statore e nell’avvolgimento induttore viene asportato da una circolazione forzata di idrogeno alla pressione di 2-5 bar. Per potenze inferiori, come nel caso di t. azionati da turbine a gas, è sufficiente un sistema di raffreddamento a circolazione forzata di idrogeno o addirittura di aria.