TUNTLE
Forma etrusca del nome dell'eroe Tindaro (greco Τυνδάρεος latino Tyndareus, in etrusco da tuntie si passa a tunle). Il nome è di origine pregreca.
Sullo specchio di Vulci (Etr. Sp., v, tav. 75) a destra è seduto Tindaro (Tunle), che tiene nella sinistra un bastone e nella destra un uovo; guarda Mercurio (Turms), che s'appoggia al caduceo e accenna con la destra all'uovo. Sullo specchio bronzeo da Porano, Orvieto (Etr. Sp., v, tav. 77), compaiono Leda (Latva), Castore (Castur), che porge a Tindaro (Tuntle) seduto un uovo aperto, Polideuco (Pultuce), Venere (Turan) e un'altra figura femminile senza nome (Elena?). Su una scena analoga (Etr. Sp., v, tav. 78) T. è chiamato Lamtun (Laomedonte) per confusione dell'artefice etrusco; sono presenti i figli: Kastur, Elinei, Pultuke, dietro spunta il cocchio di Aur (Aurora?). Forse T. compare anche su uno specchio con Elena e Menelao (Etr. Sp., tav. ccclxxiv) e su un altro con Elena incoronata da Turan (St. Etr., ix, 1935, tav. xxxvii).
Bibl.: C. Pauli, in Roscher, V, 1916-24, c. 1283, s. v.; Vetter, in Pauly-Wissowa, VII A, 1939, c. 1360 s., s. v., G. Devoto, Tendenze fonetiche etrusche, in St. Etr., I, 1927, pp. 260; 266; G. Becatti, Materiale tudertino nel R. Museo Archeologico di Firenze, ibid., IX, 1935, p. 297; G. A. Mansuelli, Gli specchi figurati etruschi, ibid., XIX, 1946, p. 42 s.; id., Studi sugli specchi etruschi, IV, ibid., XX, 1947, pp. 74; 87; A. I. Charsekin, Zur Deutung etruskischer Sprachdenkmäler, Francoforte s. M. 1963, p. 58.