TRONCO (lat. truncus; fr. tronc; sp. trunco; ted. Rumpf; ingl. trunk)
È quella parte dell'asse del corpo, che allo stato adulto ci presenta i derivati del celoma, rappresentati da ampie cavità, che accolgono la maggior parte degli organi della vita vegetativa, cioè i visceri toracici e i visceri addominali. Il tronco ha inoltre un'altra funzione assai importante in quanto che in quasi tutti i Vertebrati dà valido appoggio agli organi locomotori, cioè agli arti toracici e a quelli addominali, i quali si presentano tanto più sviluppati quanto meno energici sono i movimenti dell'asse del corpo destinati alla locomozione; a tale scopo la porzione libera degli arti si mette in rapporto con lo scheletro del tronco per mezzo di formazioni scheletriche speciali, le quali costituiscono il cinto scapolare per l'arto toracico, il cinto pelvico per l'arto addominale.
A un esame superficiale non in tutti i Vertebrati si presentano ugualmente distinti i limiti del tronco, cioè il limite posteriore, dove il tronco si continua con la coda e il limite anteriore dove si continua con il collo. Nella maggior parte dei Pesci, Anfibî e Rettili a un esame esterno il tronco sembra continuarsi insensibilmente con la coda, ma la separazione è nettamente stabilita dall'apertura cloacale, la quale così in tutti i Vertebrati segna il limite caudale del tronco. Il limite anteriore del tronco nei Vertebrati inferiori è poco netto all'esame esterno, per cui sembra che il tronco si continui direttamente con la testa, ma all'esame interno questo limite si può far corrispondere all'estremità rostrale del pericardio. Negli Uccelli e nei Mammiferi, invece, in seguito alla migrazione verso l'indietro subita dal cuore e alla maggiore mobilità acquistata dal capo, fra il tronco e la testa è comparsa una porzione più ristretta, che separa nettamente la testa dal tronco e costituisce il collo.
Nel tronco possiamo distinguere le pareti, le cavità limitate da queste pareti e gli organi contenuti in queste cavità. Le pareti del tronco presentano dorsalmente lo scheletro assiale formato da 22 pezzi articolati tra loro, cioè dalle 12 vertebre toraciche, dalle 5 lombari e dalle 5 sacrali; queste ultime per dare un più valido appoggio al cinto pelvico perdono la loro indipendenza e si fondono in un osso unico, il sacro. Le vertebre per mezzo degli archi neurali delimitano un canale, che accoglie la parte corrispondente del midollo spinale. Da ciascun lato di ogni vertebra parte una bacchetta ossea, che s'avanza nello spessore delle pareti laterali e della parete anteriore formandone il sostegno; queste bacchette bene sviluppate nella porzione rostrale del tronco, cioè nel torace, ove formano le 12 paia di costole, si presentano affatto rudimentali nella regione lombare, dove prendono il nome di apofisi costiformi (processus transversus) mentre nella regione sacrale si fondono tra loro formando le masse laterali del sacro. Attorno alla colonna vertebrale è disposta la muscolatura distinta originariamente in 4 campi, i quali, a seconda dei rapporti che assumono con la colonna, si distinguono in dorsali e ventrali. I muscoli dorsali occupano uno spazio limitato, che oltrepassa di poco quello circoscritto dalle docce vertebrali, e servono esclusivamente ai movimenti della colonna e dei suoi derivati; i muscoli ventrali, invece, s'estendono nello spessore delle pareti laterali e della parete anteriore, provvedendo ai loro movimenti e dividendosi in muscoli toracici e addominali, ma fornendo anche i germi della muscolatura degli arti. Le cavità del tronco, cavità sierose, derivate dalla primitiva cavità celomatica, sono in numero di 4, delle quali tre, cioè la cavità pericardica e le due cavità pleurali, occupano il torace, mentre la quarta, la cavità peritoneale, occupa l'addome. In origine nel tronco esisteva una sola cavità, la cavità generale del corpo o celoma, divisa incompletamente in metà destra e sinistra dai mesenterî dorsale e ventrale. Per lo sviluppo di due ripiegature laterali, le quali con il loro insieme costituiscono il septum transversum, si forma il diaframma pericardico-peritoneale, il quale separa dal resto la porzione anteriore della cavità generale; questa porzione anteriore accoglie il cuore e forma la cavità pericardica: successivamente il resto della cavità generale per la formazione dei setti pleuro-peritoneali, si divide in tre cavità, due superiori, che accolgono i polmoni e formano le cavità pleurali, una inferiore molto più grande, che costituisce la cavità peritoneale.
Visceri toracici. - I polmoni con le pleure occupano le parti laterali della cavità toracica lasciando libero nel mezzo uno spazio, il quale costituisce il mediastino; questo è occupato dal cuore avvolto dal pericardio, dai grossi vasi, che partono dal cuore e v'arrivano, dalla porzione toracica della trachea, dai bronchi, dalla porzione toracica dell'esofago, dall'aorta toracica, dal dotto toracico, dalle vene azygos e emiazygos, ecc. Nel sottocutaneo, che copre la parte anteriore del torace, troviamo le ghiandole mammarie caratteristiche per la classe dei Mammiferi, in molti dei quali si rinvengono nelle regioni addominali.
Visceri addominali. - La cavità peritoneale, nei primordî del suo sviluppo, è divisa per mezzo del mesenterio dorsale in due parti simmetriche nella sua porzione dorsale, mentre ventralmente le due parti comunicano ampiamente tra loro; in seguito per i cambiamenti di posizione dello stomaco e dell'intestino e per l'addossamento e saldamento di alcuni visceri con la parete addominale, la cavità peritoneale viene divisa in due porzioni, una molto grande, che è la cavità peritoneale propriamente detta, l'altra più piccola corrispondente alla porzione posterosuperiore della cavità peritoneale e chiamata retrocavità degli epiploon: le due cavità comunicano tra loro per un piccolo forame detto foro di Winslow. I visceri addominali, a seconda dei rapporti che contraggono col peritoneo, si dividono in intraperitoneali ed estraperitoneali; i primi sporgono entro la cavità, sono relativamente molto mobili e interamente coperti dal peritoneo viscerale, fatta eccezione per le linee di attacco del mesenterio; i secondi, invece, aderiscono alla faccia interna delle pareti addominali, sono poco mobili e il peritoneo parietale, passando a ponte sopra di essi, ne ricopre solo la faccia interna. I visceri contenuti nella cavità addominale appartengono all'apparato digestivo, all'escretore e al genitale. La maggior parte dei visceri appartenenti all'apparato digestivo sono intraperitoneali come lo stomaco, l'intestino tenue, meno il duodeno, il cieco con l'appendice, il colon meno la faccia posteriore del colon ascendente e del discendente. Delle due più voluminose ghiandole annesse al tubo digerente il fegato è intraperitoneale, il pancreas estraperitoneale. Sul lato sinistro dello stomaco, avvolta dal peritoneo, si trova la milza. Dell'apparecchio urinario i reni e gli ureteri riposano sulla faccia interna della parete posteriore dell'addome e sono coperti dal peritoneo parietale; la vescica è accolta nella piccola pelvi e ricoperta nella sua faccia posterosuperiore dal peritoneo.
Sono quindi contenuti nelle cavità splancniche del tronco nella massima parte gli organi della vita vegetativa dell'individuo; mentre quelli della vita di relazione sono soprattutto contenuti nella testa (encefalo), e negli arti (muscoli dei movimenti dell'arto superiore e della deambulazione).
Tuttavia non mancano organi della vita di relazione nel tronco e viceversa organi della vita vegetativa nella testa; oltre che ai muscoli delle pareti del tronco, basta pensare al midollo spinale, il quale però è destinato a funzioni di ordine inferiore, a riflessi subitanei e incoscienti, in confronto alle funzioni di gran lunga più elaborate e anche coscienti, e addirittura squisitamente psichiche, che sono compiute dall'encefalo. Onde anche come massa il midollo spinale nei Mammiferi e specialmente nell'uomo è molto meno sviluppato che l'encefalo, tanto più nel suo tratto caudale, salvo ingrossamenti là dove serve alle funzioni degli arti. Tale sproporzione di massa non è così forte in animali a funzioni encefaliche meno evolute.
Si può quindi contrapporre, come ha fatto G. Viola nel suo metodo d'interpretazione dei tipi costituzionali umani, lo sviluppo che nei singoli individui ha avuto il tronco, e più particolarmente le sue grandi divisioni, di fronte a quello che hanno avuto gli arti (e la testa), per giudicare del prevalere nell'individuo in esame dei visceri del sistema vegetativo sugli organi del sistema di relazione e viceversa. Nei tipi morfologici megalosplancnici e microsplancnici umani si hanno appunto proporzioni opposte tra queste due grandi sezioni degli organi somatici. E a loro volta considerando le divisioni del tronco, vi sono individui che hanno torace e addome le cui proporzioni sono tra loro equilibrate (individui detti della 1a combinazione del De Giovanni), oppure predomina ora il torace (2a combinazione), ora l'addome (3a combinazione). Durante il corso stesso della vita umana sono diverse le proporzioni intercedenti tra la massa del tronco, e tra le sue stesse grandi divisioni, e la massa degli arti. Dal neonato megalosplancnico, ad arti corti (brachischelia), arti che ancora ricordano in qualche modo i caratteri degli animali tetrapodi, si svolge poi una continua evoluzione somatica, attraverso fasi nelle quali il corpo è più tozzo, paffuto, adiposo (fasi di turgor), e altre nelle quali è più snello e sottile e magro (fasi di proceritas), fino alla pubertà, alla quale si verifica un eccessivo allungamento degli arti (macroschelia). Solo dopo la pubertà il tronco va acquistando le sue definitive proporzioni di grandezza con gli arti, in alcuni individui rimanendo però deficiente rispetto a un forte sviluppo degli arti (longilinei microsplancnici), in altri, invece, ipoevoluti negli arti, predominando su questi (brevilinei macrosplancnici). Le differenze sono anche sessuali, per essere il tronco femminile svasato in basso per la maggiore ampiezza del bacino, onde le curve dei fianchi vi sono più accentuate; per presentare la prominente regione mammaria; per essere più uniforme nella sua superficie, livellata dall'adipe sottostante, e mancante dei rilievi muscolari posseduti dai maschi vigorosi meno adiposi. In complesso il tronco femminile è più aggraziato nelle sue linee e meno energicamente plasmato. La donna per i caratteri morfologici tanto del tronco quanto del corpo intero, non è però da considerarsi, come alcuni fanno, rimasta in uno stadio infantile rispetto all'uomo; essa ha una morfologia sua propria, omologabile ma non confondibile con quella del maschio.
Gli apparati sopra accennati che hanno sede nel tronco, comprendono organi molteplici: alcuni di essi sono protetti da una vera e propria gabbia osseo-muscolare (gabbia toracica), per modo che, dovendosi questa espandere o restringere durante i loro movimenti, è stato necessario che la parete stessa della cavità che li contiene sia passibile di movimento. Sono il cuore e i polmoni, bene custoditi entro la cavità toracica, suddivisa in cavità secondarie. Il cuore e i polmoni devono sempre compiere durante tutta la vita gli stessi pressoché ritmici movimenti di espansione e di retrazione; se i polmoni possono farlo in grado diverso, le oscillazioni sono piccole di fronte alla massa totale. Ma altri visceri cavi, che trovano ricetto nel tronco, possono nel corso del tempo, anche di poche ore, aumentare molto le loro dimensioni rispetto a quelle che hanno quando sono privi di contenuto. Per quanto anch'essi abbiano bisogno, come ogni altro organo, di protezione dalle offese esterne, non potrebbero stare agevolmente racchiusi entro una gabbia per la necessità della loro forte espansione. Le pareti del segmento corporeo che li contiene, cioè dell'addome, sono quindi formate essenzialmente di muscoli, e se questi sono dorsalmente più robusti e meno estensibili, anterolateralmente le pareti addominali si possono adattare a mutamenti anche assai forti del contenuto cavitario. Così le funzioni intestinali, il riempimento della vescica, l'enorme distensione dell'utero nella gravidanza non sono ostacolati da rigidità delle pareti, ché anzi queste permettono che il contenuto addominale cresca in modo anche notevolissimo, come si verifica, oltre che nella gravidanza, in certi stadî morbosi (ascite, tumori, cisti ovariche, ecc.). Poiché nel tronco sta il centro propulsore della circolazione sanguigna, sono qui contenute le più grosse arterie e le più grosse vene dell'organismo. L'innervazione dei visceri addominali è fornita dal sistema simpatico e da quello parasimpatico (vago). Essa si compie senza l'intervento della volontà, e il fatto che i suoi centri di comando sono in scarso numero, facilita la coordinazione funzionale. Di essa si ha sentore soprattutto quando, per cause generalmente morbose, si percepiscono dolori viscerali. Ma i punti dolorosi addominali non corrispondono sempre alla precisa proiezione topografica dei rispettivi visceri; il dolore può, per un complesso sistema di vie nervose, essere avvertito in luogo diverso da quello dove esso realmente si origina. Sono accolti nel tronco anche altri organi destinati alle correlazioni organiche, cioè alcune ghiandole endocrine, quantunque altre siano nel collo e nella testa; sono il timo (in gran parte), i surreni, il paraganglio dello Zuckerkandl, la ghiandola coccigea. Il sistema endocrino non è dunque raccolto, né ve ne è bisogno, dato che da esso si versano i prodotti nel torrente circolatorio. Ciò nonostante esistono molteplici interrelazioni funzionali tra i suoi distanziati componenti.