Trinidad e Tobago
(App. IV, iii, p. 690; V, v, p. 588; v. trinidad, XXXIV, p. 350; App. III, ii, p. 983)
Popolazione e condizioni economiche
di Anna Bordoni
A una stima del 1998 la popolazione del piccolo stato insulare caribico risultava di 1.283.000 ab., circa 49.000 in più rispetto all'ultimo censimento (1990). L'incremento medio annuo è molto basso (si aggira infatti intorno all'8‰) e comunque inferiore al saldo naturale, che, nonostante un notevole divario tra natalità e mortalità (rispettivamente 16,3 e 6,9‰ nel 1996), è ancora largamente compensato dall'emigrazione. Sotto il profilo etnico si distinguono due grandi gruppi, i Neri di origine africana (40% del totale) e gli Indiani originari dell'Asia (41%), tra i quali esiste da sempre una forte rivalità.
L'economia del paese, in larga parte basata sul settore estrattivo (petrolio e gas naturale), ha attraversato a partire dagli anni Ottanta un periodo di crisi (con un decremento annuo del tasso di crescita del PIL intorno all'1%), verificatasi in concomitanza con la caduta dei prezzi del petrolio sui mercati internazionali. Tuttavia, alla metà del decennio successivo, grazie alla politica governativa che ha dato impulso a una certa diversificazione produttiva, incrementando le attività manifatturiere destinate all'esportazione e stimolando la crescita dell'industria turistica, si sono cominciati a registrare i primi successi: il PIL è cresciuto del 3,6% nel 1994, del 2,4 nel 1995 e del 3,1 nel 1996, le riserve di valuta estera hanno raggiunto il loro massimo livello da dieci anni a questa parte e la disoccupazione è diminuita. Inoltre si sono avuti importanti investimenti dall'estero, in particolare nel settore degli idrocarburi.
Oltre al petrolio (6.521.000 t nel 1995) e al gas naturale (6071 milioni di m³ nel 1995), un'altra risorsa del sottosuolo è l'asfalto (28.000 t nel 1994), tratto dal grande deposito naturale di Pitch Lake. Complessivamente il settore estrattivo e della raffinazione nel 1997 ha partecipato per il 12,6% alla formazione del PIL.
L'agricoltura, ereditata dal passato coloniale, ha conosciuto un lento e inesorabile declino (la coltura principale, quella della canna da zucchero, ha fornito nel 1997 una produzione di zucchero pari a 810.000 q), mentre hanno assunto importanza coltivazioni alimentari destinate al consumo interno (riso, agrumi, pomodori, mais).
bibliografia
P. Pattullo, Last resorts: the cost of tourism in the Caribbean, London 1996.
Storia
Negli anni Novanta la vita politica del paese continuò a essere caratterizzata dall'irrisolta questione dell'autonomia di Tobago, dal perdurare delle rivendicazioni dei musulmani neri, mentre la contrapposizione tra Neri e Indiani - i due principali gruppi etnici - trovava ancora nella dialettica politica il suo ormai consolidato canale di espressione. Il governo del PNM (People's National Movement), indebolito dalla crisi economica, dai conflitti sociali e dall'emergere di gravi dissensi interni, fu costretto a dimettersi nell'ottobre 1995. Nelle elezioni anticipate, svoltesi nel mese successivo, i due maggiori partiti - il PNM e l'UNC (United National Congress) - conquistarono entrambi 17 seggi, mentre il NAR (National Alliance for Reconstruction), il principale partito di Tobago favorevole a una più ampia autonomia dell'isola, ottenne due seggi. I risultati elettorali portarono alla nascita di un governo di coalizione tra l'UNC e il NAR, presieduto dal leader laburista B. Panday.
In politica estera, dopo una fase di tensioni con il Venezuela sulla delimitazione delle rispettive zone di pesca, si giunse nel dicembre 1997 alla firma di un accordo fra i due paesi. Si intensificavano frattanto le relazioni con l'India culminate nella visita del Primo ministro indiano A.B. Vajpayee del febbraio 1999. *
bibliografia
D. Martin, Les démocraties antillaises en crise, Paris 1996; F.S.J. Ledgister, Class alliances and the liberal authoritarian state. The roots of post-colonial democracy in Jamaica, Trinidad and Tobago, and Surinam, Trenton (N.J.) 1998.