TRIFIODORO (Τρυϕιόδωρος, Tryphiodorus)
Grammatico e poeta greco d'Egitto, forse del sec. V d. C. Della sua vita nulla è noto. Scrisse poemi epici, seguendo l'esempio di Nonno.
L'unico scritto giunto è il poemetto sulla distruzione di Troia 'Ιλίου ἅλωσις in 691 esametri, in cui è indiscussa l'influenza di Quinto Smirneo e discussa invece (ma, sembra, da ammettersi) quella di Virgilio. Testimoniati inoltre poemi su Maratona (Μαραϑωνιακά), su Ippodamia (τὰ καϑ' ῾Ιπποδαμίαν) e un'Odissea nota poiché adottava l'acrobazia introdotta da Nestore di Laranda nel sec. III in un rifacimento dell'Iliade di non adoperare in un canto quella lettera dell'alfabeto a cui il canto o libro si intitola: l'alfa è ignorato nel libro alfa (I), ecc. Donde il titolo di questa Odissea, 'Οδύσσεια λειπογράμματος.
Ediz. a cura di W. Weinberger, Lipsia 1896; di A. W. Mair (Loeb Class. Libr.), Londra e New York 1928.
Bibl.: Cfr. L. Castiglioni, Tryphiodorea, in Riv. filol. class., n. s., IV (1926), p. 501 segg.; E. Cesareo, Tr. e l'Iliupersis di Virgilio, in St. ital. filol. class., n. s., VI (1928), p. 231 segg. (cfr. id., ibid., VII, 1929, p. 265 segg.); W. F. J. Knight, Iliupersides, in Class. Quart., 1932, p. 178 seg. Ulteriore bibl. in R. Keydell, Jahrb. d. class. Altertumsw., CCXXX (1931), p. 125 segg.