trichinosi
Malattia parassitaria (detta anche trichinellosi o trichinasi) dovuta a infestazione da larve di Trichinella spiralis, i cui individui adulti filiformi raggiungono i 5 mm di lunghezza e un diametro di 0,5 mm. È presente anche in Italia con limitati focolai o casi sporadici di malattia. Nell’uomo l’infestazione è determinata dall’ingestione di carne suina poco cotta, contenente le larve che, dopo essersi sviluppate fino allo stadio adulto, si accoppiano nello spessore della mucosa intestinale. Le femmine liberano centinaia di larve, che entrano nel sangue e si vanno a incistare nei muscoli andando incontro a calcificazione. La malattia è più frequente negli animali che nell’uomo, nel quale può presentarsi con differente gravità a seconda del numero di cisti ingerite. Esordisce di solito con un quadro di enterite acuta, cui fa seguito, dopo 7÷10 giorni, la fase di invasione muscolare con febbre elevata, edema facciale, mialgie con tumefazione delle masse muscolari interessate, linfoadenopatia generalizzata, eosinofilia periferica. Possono comparire in questa fase manifestazioni legate a interessamento miocardico e cerebrale anche con esito letale. Segue la fase di incistamento con remissione progressiva o con peggioramento della sintomatologia miocardica e/o cerebrale, trombosi vascolari, compromissione dell’apparato respiratorio. La diagnostica precoce di laboratorio si fonda sulla presenza di anticorpi specifici della classe IgM. La terapia è farmacologica, mentre la profilassi si basa sulla sorveglianza delle carni suine ed equine (soprattutto di quelle provenienti da allevamenti a conduzione familiare o di importazione), sulla cottura razionale delle carni e sulla derattizzazione. Negli animali la trichinosi si propaga con l’ingestione di carni di animali ammalati o degli escrementi di topi e ratti infetti. La malattia decorre spesso con esito letale. (*)