tricefalia La caratteristica di avere tre teste, o di essere rappresentato con tre teste, propria di numerose divinità e figure mitiche di religioni diverse, testimoniata sia direttamente dall’iconografia, sia da notizie letterarie. La t. può essere stricto sensu, cioè figura con tre teste più o meno indipendenti; figura con tre facce separate aderenti a una sola testa; figura con tre facce unite in modo che ciascun occhio della faccia centrale sia parte delle due coppie di occhi delle facce laterali oppure sia l’unico occhio delle due facce laterali viste più o meno in profilo.
Risale al 3° millennio a.C. una figura tricefala ricorrente più volte nei sigilli di Mohenjo-Daro, una delle quali, in posizione yoga, costituisce forse un antecedente di Śiva, la cui frequente rappresentazione policefala nell’induismo (fino a 25 teste) è di norma fissata nella t., presente anche in Viṣṇu, in altre divinità induistiche e in numerose figure del pantheon buddhista mahāyānico (Avalokiteśvara, Tārā, Vajrapāṇi ecc.), benché le stesse figure siano presentate anche con un diverso numero di teste. Nell’Iran, i sei occhi attribuiti al Saoshyant dell’escatologia avestica fanno intravedere una sua figurazione a tre facce dovuta forse alla penetrazione dell’iconografia buddhistica di Maitreya, mentre si hanno positive testimonianze artistiche di figure tricefale (una è il Sole con tre facce ‘raccolte’).
La t. è presente in Grecia nella dea Ecate e in figure mitiche mostruose come Gerione, Cerbero e Tifone; in Sardegna (t. totale in figure di bronzo di divinità sconosciute); in Etruria (figure di un Gerione); nella Gallia, dove si ha una trentina di monumenti (stele, altari, cippi, soprattutto nella regione di Reims) relativi a una divinità tricefala tuttora discussa, il cosiddetto Tricefalo gallico, conosciuto soltanto dall’iconografia senza essere accompagnato da alcuna iscrizione che ne dia il nome indigeno e quello dell’interpretatio romana. In alcuni monumenti il Tricefalo gallico presenta gli attributi di Mercurio (borsa, ariete ecc.), cioè del Mercurius gallo-romano o del gallico Cernunnos (corna), in altri appare insieme a queste divinità, restandone distinto. La t. è infine caratteristica del Triglav degli Slavi occidentali e di cinque delle numerosissime immagini del cosiddetto Cavaliere Tracio (➔ Tracia) e, all’estremo Nord-Est dell’Europa, del Weesakko dei Samoiedi; figure tricefale sono presenti anche in Africa (Yoruba).
Sul significato della t. sono state formulate di volta in volta teorie diverse: complesso di struttura lunare (la quadricefalia sarebbe di struttura solare); risoluzione della t. nella policefalia (➔) in genere quale espressione dell’onniveggenza solare; potenziamento figurativo della natura del dio ecc.