TREGUA DI DIO
. Istituzione medievale, dovuta all'influenza benefica della Chiesa, e volta a mitigare le abituali consuetudini di violenza proprie delle società barbariche dell'età di mezzo. Da prima sorse come pace territoriale, detta pace del Signore, in seguito all'iniziativa dell'episcopato francese del sec. XI. In varî sinodi provinciali della Francia tra il 1037 e il 1041 ne furono determinate le forme. Tutti i dignitarî ed ecclesiastici di una regione si impegnavano, sotto vincolo di giuramento da parte dei sudditi, di limitare l'esercizio della vendetta e di reprimere le violenze nell'ambito della propria giurisdizione per un certo periodo di tempo. Periodicamente rinnovate (in genere ogni quinquennio) le paci territoriali furono considerate dapprima come un mezzo preventivo contro le perturbazioni dell'ordine sociale e costituirono il germe di una legislazione penale, che, caduto l'elemento volontario del giuramento, si trasformò col tempo in norma giuridica d'iniziativa sovrana. Nei capitoli delle paci territoriali si proibiva, tra l'altro, di assalire il proprio nemico dall'ora nona del sabato alla prima del lunedì, per rispettare il giorno dedicato al Signore, di offendere un monaco o frate inerme, o di ritorno dalla chiesa. Dipoi si stabilì la consuetudine di considerare come tregua di Dio tutto il periodo della Quaresima e dell'Avvento. In Germania la più antica pace territoriale di cui abbiamo notizie sicure è quella di Enrico IV del 1103. Altre ne bandirono Enrico V, Lotario II, Corrado III. Ma solo quella di Ratisbona del 1152 fu estesa anche all'Italia passando senz'altro tra le consuetudines feudorum.
Bibl.: E. Besta, Storia del diritto italiano, I, Fonti, p. 417, Milano 1923.