TRASPIRAZIONE
. Con questo termine si designa comunemente la sudorazione (v. sudore; termoregolazione). Ma il termine è usato scientificamente nella botanica.
In questa disciplina, per traspirazione s'intende la funzione mediante la quale una parte notevole dell'acqua assorbita dalle piante viene eliminata per evaporazione attraverso la superficie degli organi situati fuori terra. La sede principale di tale funzione è nelle foglie, a causa della tenuità dei loro tessuti e della loro ampia superficie.
Si distinguono una traspirazione cuticolare e una stomatica. L'epidermide delle foglie è rivestita di uno strato di cuticola, più sottile nella pagina inferiore e poco permeabile ai gas, attraverso la quale le membrane delle cellule epidermiche, che sono imbevute d'acqua, la perdono per evaporazione analogamente a quello che avviene in una superficie libera d'acqua. Quando la cuticola, come quella delle piante dei luoghi aridi (ad es., agave, fico d'India), è assai spessa, la perdita d'acqua è assai minore; quando invece è molto sottile, come in piante dei luoghi freschi e ombreggiati e nei petali dei fiori, la perdita per traspirazione cuticolare è notevole. Tale forma di traspirazione può essere moderata, oltre che dallo spessore della cuticola, anche dalla presenza sulla superficie esterna di strati di cera o da rivestimenti di peli.
La traspirazione stomatica avviene attraverso gli stomi; l'acqua che imbeve le pareti cellulari degli strati interni delle foglie esce allo stato di sapore e si disperde per l'aria; quando gli stomi si chiudono, tale passaggio di vapore si arresta; ne risulta che, mentre la traspirazione cuticolare può essere continua e variabile solo in dipendenza dello stato igrometrico dell'aria, quella stomatica è regolata dalla pianta vivente, mediante l'apertura e chiusura degli stomi che sono assai sensibili alle variazioni dello stato igrometrico dell'atmosfera e alla quantità d'acqua che le radici possono assorbire dal suolo e può cessare del tutto. La parte maggiore della traspirazione spetta alla traspirazione stomatica. La quantità di acqua traspirata può raggiungere per alcune piante valori assai elevati: una pianta di mais traspira nel corso della vita da 100 a 180 litri d'acqua; un ettaro di frumento ne può traspirare nel periodo della vegetazione 1500 metri cubi.
La funzione traspiratoria si riduce assai quando l'aria è satura di umidità, come avviene durante le notti fredde nei nostri climi o anche di giorno nei climi tropicali caldoumidi; in tal caso si ha spesso emissione di acqua liquida sotto forma di gocciole (v. guttazione).
Gli effetti della traspirazione sulle piante sono molteplici: le soluzioni diluite degli alimenti che, assorbite dalle radici, sono portate alle parti superiori delle piante, vengono, mediante la traspirazione, concentrate e rese atte ad essere utilizzate nei processi di ricambio; inoltre l'evaporazione di acqua per parte delle foglie determina una maggiore concentrazione molecolare dei succhi cellulari, così che, per osmosi, altra acqua o altre soluzioni diluitissime possono essere assorbite dalle radici e portate alle foglie per sopperire nuovo nutrimento ai tessuti assimilatori. Infine l'evaporazione di una notevole massa di acqua richiede una non piccola quantità di energia, la quale è assorbita dalle foglie colpite dalle radiazioni solari; ne risulta così una regolazione della temperatura delle foglie, la quale non si eleva mai al di sopra dei limiti compatibili colla normale funzionalità cellulare, anche sotto la sferza di radiazioni intense.
Dal punto di vista climatologico la traspirazione di grandi masse vegetali, costituite dalle foreste, ha valore notevole sullo stato igrometrico dell'aria.