TRAGICO
. Dal greco τραγικός, inizialmente usato a designare parole che per gli spettatori della tragedia (v.) erano cariche di un significato terribile, mentre il personaggio che le pronunciava era fino all'ultimo inconsapevole. In seguito, il vocabolo indicò l'essenza della tragedia attraverso i sentimenti da essa destati. Tragico è il complesso dei sentimenti, degli affetti, provocato dalla contemplazione estetica di un avvenimento onde si verifichi la sconfitta di un uomo, di un gruppo d'uomini, ricchi di valore ideale, grandi, forti, eroici, specialmente quando ciò si verifichi dopo una lotta con il destino o con una volontà o forza superiore alla loro, e spesso in conseguenza diretta della loro grandezza, del loro valore ideale. Tali sentimenti, affetti, passioni, che si possono ridurre a due, terrore e compassione, liberano l'animo dalle passioni che hanno condotto alla situazione tragica, al momento tragico, secondo la definizione aristotelica della tragedia "che con la compassione e col terrore compie la purificazione di simili sentimenti" (v. catarsi). Questa concezione aristotelica del tragico si è mantenuta, in sostanza, per tutto il pensiero moderno, fino al romanticismo e al Hegel, che riprende, specie nella Fenomenologia, il motivo del "terrore di fronte alle potenze superne" e della "compassione per i viventi". Col Nietzsche il concetto del tragico si estende dal dominio dell'estetica a motivo fondamentale di una filosofia della vita (Die Geburt der Tragödie aus dem Geiste der Musik, 1871; Die Philosophie im tragischen Zeitalter der Griechen, 1872). Per il Nietzsche tragica è infatti l'essenza stessa della vita, nella continua tensione fra i due poli opposti del problema del rapporto fra la vita inconsapevole degl'istinti e delle passioni e quella estremamente consapevole ma vivente nell'astratto, dell'attività intellettuale, morale, filosofica, culturale.
La concezione del Nietzsche, molto più profonda del pantragicismo hebbeliano, che ebbe un momento di voga nel primo quarto del sec. XX, ha informato di sé molte teorie pantragicistiche e pseudofilosofiche degli ultimi tempi, specie in Germania, onde il concetto della tragicità della vita si è fuso spesso con l'altro, anche esso filosoficamente equivoco, dell'eroicità di essa: forme estreme e tese di un'aspirazione di rinnovata sincerità e serietà etica, noncurante di tradizioni intellettualistiche e astratte, e di cultura superficiale e formalistica.
Bibl.: Per l'elenco delle opere che hanno ad argomento il concetto del tragico cfr. Eisler, Wörterbuch, s. v.