TORTONA (A. T., 24-25-26)
Città della provincia di Alessandria (Piemonte), a m. 117 s. m., sulla sponda destra del torrente Scrivia (bacino del Po), alla base della collina, guardata dalle rovine del castello (m. 2o9): è la Dertona romana, sorta su un ramo secondario della Via Emilia, ricca di opere d'arte, di chiese, di industrie e di commercio. Contava 11.650 ab. nel 1931 ed ha grande importanza anche come centro stradale, automobilistico, ferroviario. Numerose linee automobilistiche collegano Tortona con centri importanti del suo retroterra economico, tanto in pianura quanto in collina.
Il comune copre una superficie di kmq. 98,92, di cui 90,57 sono agrarî-forestali. Estesissimi sono i seminativi (63% della superficie produttiva), in assoluta prevalenza cereali (45.000 q. di frumento e 30.000 di granturco nel periodo 1924-1928), i prati permanenti (18%) con una produzione di foraggi pari a 200.000 q. annui, le colture legnose specializzate, in primo luogo i vigneti (16%) che dànno un quantitativo annuo di uva superiore ai 40.000 q.; radi invece i boschi (1,4%). Da alcuni anni si è iniziata la coltivazione del tabacco (ha. 68). Le acque della Scrivia permettono d'irrigare 2500 ettari (27%). Cospicuo è anche l'allevamento, con 4444 bovini, 1282 suini, 743 equini. Diffuse le industrie (2864 operai nel 1927), principalmente quelle siderurgiche e metallurgiche (798 operai), le tessili (760), le meccaniche (248), la fabbricazione di calce e laterizî, l'industria enologica, ecc. La popolazione complessiva del comune risultò di 21.813 abitanti nel 1931 (221 ab. per kmq.), di cui 8545 sparsi nella campagna, in forte aumento rispetto ai decennî precedenti (1901, 11.371 ab.). Nuovo impulso a tutta la vita economica del centro verrà data dalla camionabile Genova-Valle del Po, inaugurata il 28 ottobre 1935.
Monumenti. - Le memorie dell'antica Dertona si riducono a qualche marmo, fra cui degno di particolare menzione il bel sarcofago d'Elio Sabino al Museo civico, a numerosi bronzetti e ad altra minore suppellettile, raccolta nel museo locale e nei musei di Alessandria, Genova, Milano. Delle costruzioni medievali non rimane che la chiesa romanica, assai rimaneggiata, di S. Maria Canale, citata per la prima volta in un documento del 1196. Altre chiese di titolo antico, ma riedificate posteriormente, sono S. Matteo, S. Giacomo e il duomo. L'attuale duomo fu ricostruito dopo il 1570, con l'interessamento di Pio V e Filippo II; interiormente esso presenta un assetto barocco, con altari e tele del '600 e '700. Degni pure di menzione, più come cimelio storico che architettonico, sono gli avanzi del castello sulla collina dominante la città. Le origini del castello di Tortona sono antichissime, risalenti all'epoca romana; le ricostruzioni ne furono numerose; esso fu smantellato definitivamente da Napoleone nel 1801. Infine, sono conservati a Tortona: una Madonna col Bambino di Barnaba da Modena in S. Matteo; un trittico di Macrino d'Alba, proveniente dall'abbazia di Lucedio, datato 1499, nel Palazzo arcivescovile; e, meno importante, una Natività di scuola lombarda postleonardesca, in S. Maria Canale. Nella frazione di Rivalta Scrivia sorge tuttora, rimaneggiata ma conservante nel complesso l'originaria struttura in stile romanico già volgente al gotico, l'antica chiesa abbaziale dedicata a S. Maria Assunta, che risale alla fine del sec. XII. Ad essa sono annessi fabbricati monastici, di varie epoche, ora adibiti ad usi laici, che includono ancora l'antica sala capitolare in stile gotico primitivo. L'abbazia di Rivalta Scrivia appartenne all'ordine cisterciense a partire dal 1180. Nella chiesa si vedono ancora parecchi avanzi di affreschi quattro-cinquecenteschi, di maniera lombardeggiante, fra cui alcuni di Franceschino Basilio, firmati e datati 1497.
Bibl.: G. Carnevale, Notizie per servire alla storia della chiesa di Tortona, Voghera 1844; F. Gabotto, V. Poggi, D. Sant'Ambrogio, ecc., Storia ed arte nel Tortonese, Tortona 1905; F. Gabotto e V. Legé, Le carte dell'archivio capitolare di Tortona, Pinerolo 1905; A. F. Trucco, Cartari dell'abbazia di Rivalta Scrivia, Pinerolo 1911, voll. 2; A. K. Porter, Lombard architecture, New Haven 1917, III, pp. 319 e 447; P. Toesca, Dipinti di Barnaba da Modena, in Boll. d'arte, n. s., II (1923), pp. 291-294; N. Gabrielli, Monumenti della pittura nella provincia di Alessandria dal secolo X alla fine del secolo XV, Alessandria 1934, pp. 36-46.
Storia. - Tortona corrisponde, come s'è detto, all'antica Dertona (Δερτῶνα; nel basso impero Tertona), città dei Liguri, senza fondamento ritenuta città principale dei Liguri Dectunines, ricordati nella sentenza dei Minuci. Per errore Tolomeo l'ascrive al territorio dei Taurini. La fondazione di Tortona si ricollega forse alla costruzione nel 148 a. C. della Via Postumia, fra Piacenza e Genova. Dopo la completa conquista della Cispadana fu fatto partire da Tortona nel 109 a. C. un tronco di strada (poi Iulia Augusta) per Aquae Statiellae e Vada Sabatia; più tardi un altro tronco per Hasta, Augusta Taurinorum, e le Alpi. Velleio dà incerta la deduzione (non improbabile) di una colonia a Tortona fra il 123-118 a. C. Nel 43 a. C. vi accampò Decimo Bruto. Dopo Azio forse, fu colonia Augusta (Plinio, Nat. Hist., III, 49; Corp. Inscr. Lat., V, 1636, 737 b) e fece parte della regione IX. Era ascritta alla tribù Pomptina, e in età imperiale era retta da duumviri. Alla fine dell'impero fece parte della provincia Liguria, e fu sede di una prefettura di Sarmati gentili. Teodorico vi costruì grandi horrea di grano.
Si resse a comune già abbastanza presto e nel sec. XII era potente, in lotta con Pavia e alleata di Milano; a questa situazione politica si ricollegano le sue vicende al tempo di Federico Barbarossa, che nell'aprile 1155, dopo un memorabile assedio, la prese e la distrusse; riedificata dai Milanesi, fu nuovamente presa dall'imperatore nel 1162. Ma con l'affermarsi del potere dei Visconti in Lombardia, fu uno degli oggetti delle loro ambizioni; e dopo varie vicende, per dedizione venne definitivamente in loro possesso nel 1347. Seguì così le sorti del ducato di Milano, finché con i preliminari di Vienna del 1735 e con il trattato di Vienna del 1738 entrò a far parte degli stati sabaudi. Nel 1773 Vittorio Amedeo III pensò di farne una fortezza poderosa, che fu occupata dai Francesi nel 1796 e dagli Austro-Russi nel 1799, finché ritornò alla Francia nel 1801.
Il cristianesimo fu introdotto per tempo a Tortona, e vi ebbe vita e sviluppo fiorente, attestato da numerosi titoli del sec. V e VI. Compresa forse dapprima nella diocesi di Vercelli sotto Eusebio, ebbe il suo primo vescovo nel suo discepolo Exuperantius.
Bibl.: Bottazzi, Antich. di Tortona, Alessandria 1808; T. Mommsen, Corp. Inscr. Lat., V, p. 831 segg.; Sanguineti, Iscriz. della Lig., in Atti Soc. lig. st. pat., XI, pp. 93-182; E. Pais, Suppl. ital. ad Corp. Inscr. Lat., V, p. 126; Riv. stor. e arch. prov. Aless., I (1892), p. 140; E. Ferrero, in Notizie scavi, 1897, p. 361, C. Hülsen, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., V A, col. 246; F. Gabotto, I municipi rom. dell'It. occ., in Bibl. storica subalpina, XXXII; Alessio, Origini del crist. in Piemonte, ibid.; F. Gabotto, Storia di Tortona, ibid., XCVI, pp. 1-30; E. Pais, Serie cronol. colonie rom., in Mem. Accad. Lincei, s. 6a, I, p. 345 segg.; cfr. inoltre Boll. Soc. studi di storia... nel Tortonese, 1903-15, passim.