torrente
Ricorre in due similitudini del Paradiso, con il valore di " fiume impetuoso ".
La prima, di evidente derivazione biblica e classica (cfr. Is. 59, 19 " quasi fluvius violentus quem spiritus Domini cogit "; Virg. Aen. II 305 " rapidus montano flumine torrens "), dà rilievo alla consapevole e volitiva fermezza di s. Domenico nel combattere le eresie: con dottrina e con volere insieme, / con l'officio appostolico si mosse / quasi torrente ch'alta vena preme (XII 99).
La seconda risulta dalla lezione adottata dal Petrocchi in luogo di corrente (Crusca, '21, Casella) per il passo di XVII 42 necessità... quindi non prende / se non come dal viso in che si specchia / nave che per torrente giù discende. La similitudine, pur senza risolverlo, illumina con un chiaro fatto visivo l'arduo problema teologico posto dalla necessità di concordare la libertà umana e la prescienza divina: in Dio è presente ab aeterno ogni evento futuro contingente, tuttavia da questa prescienza divina esso non prende carattere di necessità, nello stesso modo che una nave, che segue un corso d'acqua, non deriva la necessità del suo movimento dallo sguardo di un osservatore (per il problema, cfr. Tomm. Sum. theol. I XIV 13; Boezio Cons. phil. V 4).