Musicista (Ávila 1548 circa - Madrid 1611). V. è considerato il più eminente compositore della scuola spagnola della polifonia sacra classica cinquecentesca. Come in Palestrina, cui può essere accostato, anche in V. la ragione profonda dello stile è contenuta nella linea melodica che, nonostante la stretta osservanza delle regole della polifonia, produce un effetto di grande impatto emotivo, dando vita a una delle più alte espressioni del drammatismo mistico castigliano.
Forse studiò nella cappella della cattedrale di Ávila; inviato (1565) a Roma, perfezionò la propria educazione culturale e artistica presso il Collegio germanico e ne frequentò i corsi fino a tutto il 1568, forse sotto la guida di J. de Kerle e di G. P. da Palestrina. Poi (1569 circa) fu maestro e organista a S. Maria di Monserrato, chiesa degli Spagnoli in Roma. Entrato (1571) al Collegio germanico quale precettore dei "pueri", divenne (1573) maestro di cappella, quindi (1575) passò alla cappella di S. Apollinare e ricevette gli ordini sacerdotali. Al seguito (1579) dell'imperatrice Maria, moglie di Massimiliano II d'Austria, conservò il posto (assunto nel 1578) di cappellano a S. Girolamo della Carità, ove fu amico di S. Filippo Neri e di F. Soto de Langa. Più tardi (1585) lasciò probabilmente Roma per la Spagna, ritornando però per qualche tempo a Roma (1592-93); visse infine (1596-1607) a Madrid come cappellano dell'imperatrice Maria al convento delle Descalzas Reales, presso il quale continuò la sua attività in qualità di organista anche dopo la morte della sovrana (1603).
L'opera di V., che consta di 20 Messe, 44 Mottetti, 34 Inni, diversi Magnificat, responsori, un Officium Hebdomadae Sanctae e un Officium Defunctorum (composto in occasione della morte dell'imperatrice), costituisce il più grande monumento della musica spagnola, ed è paragonabile soltanto alla grande produzione polifonica di Palestrina e O. di Lasso.