Scultore (Padova 1559 circa - Pisa 1606), nipote dell'omonimo scultore più noto come Minio. Già nel 1580 lavorava a Venezia, ove un gruppo cospicuo di sue opere nel Palazzo Ducale (Telamoni del camino della Sala dell'Anticollegio, 1589 circa; Ercole e l'Idra; Atlante; busti di S. Venier, M. Bragadin, A. Barbarigo) e in S. Francesco della Vigna (Giustizia e Temperanza, 1592; Mosè; S. Paolo) si ricollegano alla corrente manieristica padovano-toscana della metà del 16º sec., non senza richiami a B. Ammannati. A Padova eseguì tra il 1591 e il 1603, per la chiesa del Santo, una serie di rilievi e di statue, in cui reminiscenze di Donatello si mescolano a forme desunte dal Giambologna. Le opere eseguite a Pisa (1604-1606) sono disperse; di questo periodo non resta, in Toscana, che il paliotto in bronzo con il Martirio di s. Lorenzo in S. Trinita a Firenze. Gli sono anche attribuiti numerosi bronzetti di raffinata qualità.