TIRIOLO (A. T., 27-28-29)
Paese della Calabria, in provincia di Catanzaro, a 668 m. s. m., a O. di una caratteristica formazione di calcari dolomitici giurassici (il monte di Tiriolo, 848 m. sul mare), sorgente isolata su di un lungo contrafforte del fianco SO. silano, tra i fiumi Amato e Corace. Lo attraversa, in uno dei suoi tratti più alti e pittoreschi (panorama sui due mari Ionio e Tirreno), la strada statale n. 19 (Napoli-Cosenza. Catanzaro Marina) che, a 300 m. a S. dell'abitato, si dirama a O. nella statale n. 18 per Vibo Valentia e Reggio di Calabria. Vi si sono fatti frequenti e notevoli ritrovamenti archeologici, fra i quali, nel 1640, quello di una tavoletta di bronzo contenente l'Epistula consulum col Senatusconsultum de Bacchanalibus del 186 a. C. (v. Livio, XXXIX, 18), donata nel 1727 dai feudatarî Cicala all'imperatore Carlo VI, e tuttora conservata a Vienna (Corp. Inscr. Lat., I, 196). Ne risultò l'esistenza di un Ager Teuranus d'incerta estensione, ma il cui punto più alto e più ad E. sembrerebbe dover corrispondere al monte o al luogo dell'odierno paese, abitato nei secoli IV-II a. C. da una popolazione italica di Bruzî ellenizzati, probabilmente in un semplice vicus (Teura?), distrutto dai Romani nella prima metà del sec. II, forse per la sua partecipazione all'impresa di Annibale contro Roma. Si è voluto anche vedere a Tiriolo il luogo della greca Terina o di una sua fortezza a difesa contro le popolazioni italiche dell'interno, mettendo in relazione i nomi Terina e Teuranus (Teura) con il nome odierno Tiriolo (Teriniolum o Teuraniolum?). Il più dei ritrovati recenti (1880-83, 1898, 1926-27), in tombe e resti di abitazioni private distrutte da incendio a S. del paese, è raccolto nel museo provinciale di Catanzaro (terrecotte, frammenti marmorei e bronzi ellenistici, fra i quali un noto elmo con decorazioni orientaleggianti, ecc.), e, sul luogo, in un piccolo Antiquarium civico. Tiriolo fu feudo, sin dall'età aragonese, dei Cicala di Genova (principi di Tiriolo dal 1680) che vi ebbero un palazzo ora semidiruto. Aveva 2983 ab. nel 1861, 4267 nel 1901, 4198 nel 1911, 4227 nel 1921 (forte emigrazione transoceanica), 4519 nel 1931, quasi tutti accentrati nel capoluogo. Tiriolo è nota per il costume delle sue donne, simile al nicastrese (v. nicastro), ma senza la mantelletta nera e più adorno (e anche assai alterato) con mandile bianco in capo e vancale di lana a strisce colorate, di produzione locale. Vi si rappresenta ogni cinque anni, con pittoresco concorso popolare, la passione di Gesù Cristo. Il territorio comunale (kmq. 28,43) produce vini, grano, olio d'oliva, castagne; vi è qualche industria di calce e cementi dal monte. Tiriolo dista 19 km. da Catanzaro (serv. autom. quotidiano) e 9 dalla staz. di Marcellinara della ferrovia Catanzaro Marina-S. Eufemia Lamezia.
Bibl.: E. Pais, Terina, colonia di Crotone, in Italia antica, II, Bologna 1922; id., Ancora sulla posizione di Terina, in Historia 1932, p. 338 sgg.; S. Ferri, Tiriolo. Trovamenti fortuiti e saggi di scavo, in Notizie degli scavi, II (1926 e 1927), s. 6a, fasc. 7, 8, 9.