TIFO esantematico (XXXIII, p. 835)
Profilassi. - La profilassi antiparassitaria sia individuale sia collettiva è stata rivoluzionata dall'impiego del DDT, largamente usato con pieno successo anche in Italia (epidemia di Napoli dell'inverno 1943-44). La profilassi specifica è stata realizzata mediante la vaccinazione preventiva, la quale si attua con l'impiego di vaccini a base di virus del tifo esantematico ucciso o a base di virus murino attenuato.
Cura. - La classica terapia sintomatica conserva sempre la sua importanza fondamentale. Sono stati eseguiti recentemente tentativi di chemioterapia con i sulfamidici, l'atebrina, la penicillina e l'acido paraminobenzoico. Solo quest'ultimo sembra avere una reale efficacia terapeutica. La somministrazione dell'acido paraminobenzoico nella dose iniziale di 4-8 grammi e in dosi successive di 2 grammi ogni due ore, avrebbe dato risultati molto buoni. Il trattamento dev'essere iniziato quanto più precocemente è possibile. Si tratta però di esperienze cliniche troppo recenti e scarse per esprimere un giudizio definitivo al riguardo.
Tifo murino (dal lat. mus, muris "ratto"). - Varietà di tifo esantematico, che si differenzia per i seguenti caratteri: agente eziologico e modalità di trasmissione diversi, insorgenza endemica e solo eccezionalmente epidemica, benignità di evoluzione. Agente eziologico la Rickettsia Mooseri (v. rickettsie, in questa App.), la quale si distingue dalla Rickettsia Prowazeki perché provoca nella cavia una reazione scrotale e determina nel ratto una malattia febbrile. Il ratto costituisce il serbatoio del virus (onde il nome). La R. Mooseri viene trasmessa dal ratto all'uomo per mezzo della pulce del ratto, Xenopsilla cheopis. La malattia si manifesta perciò in forma endemica con casi sporadici che insorgono in persone in contatto con i topi. L'infezione può verificarsi, oltre che per puntura delle pulci, anche, ma solo eccezionalmente, per puntura di pidocchi, o attraverso la via digestiva per ingestione di alimenti contaminati da urine di ratti.
Il quadro clinico è sovrapponibile nei suoi caratteri essenziali a quello del tifo esantematico. L'andamento della malattia è però abitualmente benigno essendo eccezionali i casi mortali. La reazione di Weil-Felix di agglutinazione col Proteus X19 è positiva come nel tifo esantematico. La profilassi si attua con misure indirette che mirano alla distruzione dei ratti e delle pulci, e con misure dirette consistenti nella vaccinazione e nella sieroprofilassi. La cura è la stessa del tifo esantematico.