FULLER, Thomas
Storico, erudito e teologo inglese, nato ad Aldwinkle (Northampton) il 19 giugno 1608, morto a Londra il 16 giugno 1661. Figlio del rettore della parrocchia, fu educato a Cambridge, vi conseguì il titolo di Master of Arts, e, nel 1630, una cura d'anime. Pochi anni dopo divenne prebendario di Salisbury. Presto si acquistò grande rinomanza per il suo largo sapere e la sua memoria prodigiosa. Nel 1639 fu pubblicata la sua prima opera importante, Ths Holy War, lavoro storico sulle crociate che rivelava nell'autore molta erudizione, qualità di narratore di razza, e uno spirito capace di ravvivare la materia più inerte. Nel 1640 F. si recò a Londra, dove, nella Savoy Chapel (presso lo Strand) la sua predicazione richiamò ben presto molta folla. Nei dissensi che dilaniavano la chiesa, egli aderì alla causa dei moderati, rendendosi così male accetto sia ai puritani sia ai cattolicizzanti; ma allo scoppio della guerra seguì il re a Oxford, e quindi, come cappellano dell'esercito, accompagnò il generale realista sir Ralph Hopton attraverso le provincie dell'Ovest, raccogliendo buona messe d'informazioni curiose sulla storia e i costumi locali. Nel 1644 come cappellano della giovane figlia della regina rimase per breve periodo a Exeter, dopo di che fece ritorno a Londra. Nel 1649 ottenne il vicariato di Waltham Abbey, e nel 1651 una lectureship a S. Clemente a Londra. Alla restaurazione fu reintegrato nei suoi offici nella Savoy Chapel; ed era stato designato per un vescovato, quando morì.
F., per quanto oggi sia poco letto, è stato probabilmente il più fecondo e il più popolare scrittore in prosa del suo tempo; egli fu, senza confronti, l'uomo più equilibrato, più esente da pregiudizî, di un'epoca che vantava "una via lattea di grandi uomini", e Lamb non soltanto raccolse per i suoi Essays of Elia una scelta messe di Fullerana, ma per varî aspetti si dimostrò discepolo di Fuller. L'opera sua più importante e divertente è una raccolta di brevi essays, biografie e "caratteri" nello stile in voga nel sec. XVII, scritti in un inglese limpido e aggraziato che è un qualche cosa di mezzo fra il terso stile epigrammatico di F. Bacone e quello più ornato di Browne e di Taylor, riboccante di sagge sentenze e di paradossi spiritosi. F., segna quindi, nello sviluppo dell'essay come forma d'arte e, in generale, dello scrivere in prosa, un importante punto di passaggio tra la semplicità più cruda e l'elaborazione latineggiante dei suoi predecessori e contemporanei, e la forbita trasparenza degli scrittori del sec. XVIII. Nel 1650 fu pubblicata l'opera Pisgah-sight of Palestine, che è una descrizione vivace e pittoresca della Terra Santa; ma il suo capolavoro nel campo storico è la Church History (1655), alla quale fa seguito la History of the University of Cambridge. Lo spirito e la grazia dello stile di F. ha indotto molti critici a sottovalutare la solidità dell'opera. In realtà, F. fu uno dei primi scrittori inglesi a rendersi conto dell'importanza delle ricerche originali. Il tono imparziale e tollerante dell'opera gli valse un violento attacco da parte di Peter Heylyn, appartenente alla High Church, al quale F. replicò col suo Appeal oJ Iniured Innocence (1659). The Worthies, vasta miscellanea pubblicata postuma nel 1662, eseguita sulla stessa scala della Church History, descrive gli aspetti e le risorse naturali, le antichità, le tradizioni, i costumi locali, gli uomini illustri ecc. delle varie contee dell'Inghilterra. Essa è ricca d'informazioni, di vivaci aneddoti e di motti spiritosi; e la tolleranza, l'entusiasmo, l'incrollabile buon umore di cui F. vi è prodigo, fanno di quest'opera una lettura deliziosa.
Opere: Della History of the Worthies of England l'ultima ediz. è quella curata da P. A. Nuttall, Londra 1840. I Collected Sermons sono editi da J. E. Bailey e W. E. Axon, Londra 1891. Un'esauriente bibliografia dei suoi scritti è in J. E. Bailey, The life of Th. F., Londra 1874. Fra le ediz. di scelte v. A. Jessopp, Selections from F., Londra 1892.
Bibl.: J. E. Bailey, op. cit.; M. Fuller, Life Times and Writing of Th. F., Londra 1884. Ma v. anche S. T. Coleridge, in Literary Remains, II e Ch. Lamb, in Works, ed. Lucas, I.