Scrittore inglese (Greenheys, Manchester, 1785 - Edimburgo 1859). Divenuto famoso con le le Confessions of an English opium eater (1821), le sue opere si caratterizzano per una prosa ampia, ritmata, sapiente, in cui è già evidente il presentimento del decadentismo.
Rimasto orfano di padre (1792), fu messo dai tutori alla Grammar School di Manchester; ne fuggì (1802), e si diede a una vita di vagabondaggio; ritrovato dalla famiglia, si iscrisse a Oxford (1803), dove condusse vita irregolare, contraendo l'abitudine dell'oppio. Entusiasta di S. T. Coleridge e di W. Wordsworth, si stabilì (1809) nel Westmorland presso di loro e fece larghi studî letterarî, economici e filosofici, prendendo contatto col pensiero tedesco. I frutti di questi studî mise più tardi a profitto in una dispersiva attività giornalistica.
Collaborò al London Magazine (1821-24) con le Confessions of an English opium eater (1821 1a parte; 1822 ediz. integrale; 2a ed. ampliata, 1856) che lo resero d'un tratto famoso. Dopo un romanzo nella tradizione gotica (Klosterheim, 1832), pubblicò (1834 e segg.) nel Tait's Magazine le sue Reminiscences of the English lake poets che per le indiscrezioni ivi contenute gli alienarono gli amici d'un tempo. Le altre sue opere principali, apparse tutte in periodici, sono espressione cospicua dell'essay romantico per i loro caratteri di confessione intima, predilezione per il curioso e lo strano, consumata eleganza di stile immaginoso, specie in Levana and our ladies of sorrow, che è una delle prose raccolte nei Suspiria de profundis (1845), sorta di appendice alle Confessions. Degli altri saggi si citano come più notevoli: Murder considered as one of the arts (1827), di un macabro umorismo; The English mail-coach (1849), che risente l'influenza di Hoffmann; On the knocking at the gate in Macbeth, saggio di critica shakespeariana; The revolt of the Tartars, ecc. Tra gli scritti economici, i Dialogues of three Templars (1824) sono una brillante esposizione e difesa della teoria ricardiana del valore e la Logic of political economy (1844) tende a dimostrare l'importanza dell'utilità nella determinazione del valore, senza distinguere l'utilità marginale dalla totale.